Meluzzi: “Bergoglio lavora per sottometterci all’Islam”

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Vedendo le ultime gesta di Bergoglio, che perdendo il controllo ha mostrato il vero volto dell’uomo dietro la maschera di chi recita una parte, e ascoltando gli ultimi deliri dei vescovi che, tranne rare eccezioni, durante le omelie natalizie hanno all’unisono attaccato la politica dei porti chiusi, torna alla mente l’accusa che qualche tempo fa, Alessandro Meluzzi lanciò al loro capo, Bergoglio, in un articolo sul Tempo.

In quel j’accuse, Meluzzi descrisse quella che ormai appare come una evidente ossessione dell’attuale Papa verso gli immigrati. Anzi, la definì una vera e propria “teologia dell’invasione” portata avanti dal Pontefice per sottometterci.

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2 Gennaio 2020, #BuonAnno e buona #libertà e dignità a tutti coloro che non intendono rinunciare alla sovranità, all’identità e alle proprie radici, cultura e tradizione di #Vita!

Posted by Alessandro Meluzzi on Thursday, January 2, 2020

“Anche ieri, primo giorno dell’anno dedicato alla festività della Madre di Dio, la monocorde teologia bergogliana non ha cessato di darci una lezione. Bergoglio ha ricordato anche ieri che bisogna ad ogni costo aprire le porte a coloro che fuggono dalle guerre, anche se queste guerre non esistono ovunque né in Senegal né in Nigeria né in Costa d’Avorio” si legge nell’articolo.

“Dice anche che questa ricerca della pace da parte dei migranti non deve produrre preoccupazione alle nostre latitudini ma semplicemente l’accoglienza pagata dai contribuenti, che ha trasformato le parrocchie in una sorta di agenzia di propaganda per un migrazionismo esasperato. Un migrazionismo sospetto che fa dell’Epifania, quando arriveranno i magi dall’Oriente, una dimensione di multiculturalità fin dall’origine del Cristianesimo, inteso come un’agenzia della open society di Soros al di là di qualsiasi considerazione teologica.

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“Il sospetto – accusa – è che Bergoglio abbia una missione univoca da svolgere: quella di addomesticare ogni resistenza dell’Occidente all’omologazione culturale e alla sostanziale sottomissione all’Islam maggioritario e di fiaccare ogni resistenza della civiltà europea. Sarà pur vero che, come ha detto il teologo del globalismo, gli europei – come tutti i popoli – sono il risultato di molte migrazioni ma è anche vero che hanno combattuto a Lepanto per evitare di diventare sudditi del sultano. Da questo punto la Roma, da cui Bergoglio predica secondo il Soros pensiero, forse assomiglierebbe all’Ankara di Erdogan, alla Riyad dei Sauditi o alla Teheran degli ayatollah. Ma questo al nostro profeta di bianco vestito non dispiace. Credo, quindi che contrariamente a ciò che lui dice – più che dei poveri migranti manipolati e mobilitati bisognerebbe avere paura di lui e delle agenzie internazionali che più o meno consapevolmente lo pilotano”.




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