L’Italia parla straniero: l’arabo sostituisce i dialetti

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Secondo gli ultimi dati Istat disponibili, ormai soltanto il 14 per cento della popolazione, poco più di 8 milioni di persone, parla prevalentemente in dialetto, anche soltanto nella propria famiglia; con gli amici usa il dialetto il 12 per cento e si scende al 4,2 se si comunica con estranei.

Sono numeri comunque più elevati di altri Paesi europei più compromessi: difficile dire se questo felice ‘ritardo’ sia causa od effetto del ritardo dell’Italia nell’essere invasa. Probabilmente entrambe le cose.

Oggi, il 45,9 per cento della popolazione dai sei anni e oltre (26 milioni di persone) si esprime prevalentemente in italiano in famiglia e il 32,2 sia in italiano sia in dialetto. E’, comunque la si voglia girare, una perdita di identità: l’Italia, a differenza degli altri Stati europei, è la meno penetrabile dall’integrazione anche grazie alla resistenza delle identità locali: devi fare un deserto, prima di occupare.

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Sono infatti numeri che indicano una resistenza maggiore in Italia rispetto agli altri Paesi europei.

Nel contempo, però, a simboleggiare la sostituzione etnica di questi ultimi anni, raddoppia la popolazione che fa uso di un’altra lingua: il 6,9, circa 4 milioni di individui contro i 2 milioni registrati nel 2006.

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Nel 2015 il 90,4 per cento della popolazione è di lingua madre italiana ma accanto alla scomparsa dei dialetti aumenta la presenza di quanti si dichiarano di lingua madre straniera. Anche in questo settore assistiamo rispetto al 2006 ad un raddoppiamento dal 4,1 al 9,6 del 2015. Le più parlate sono il rumeno, l’arabo, l’albanese, lo spagnolo e il cinese.

La presenza di persone con lingua madre diversa dall’italiano è più forte tra i giovani di età compresa tra i 25 e i 44 anni, raggiungendo il picco tra le persone di 25-34 anni 16,9.

Le società di questo tipo non sopravvivono a lungo. Dobbiamo fermare l’invasione, o l’invasione distruggerà noi.

Ogni tradizione è una forma di resistenza. Ogni tradizione è un muro. Ogni muro è utile a respingere l’invasione. L’Italia, nella sua ricchezza culturale locale non è espugnabile in una volta. Ci sono tante roccaforti. Questa è la nostra forza. Il nostro vantaggio rispetto ad altri paesi europei.

Non lo Stato forte difende il futuro. Ma la forza morale di un popolo. Chi ne custodisce valori e tradizioni.




2 pensieri su “L’Italia parla straniero: l’arabo sostituisce i dialetti”

  1. É imperativo che i comunisti spariscano, niente rieducazione, devono solo svanire dal pianeta.Mandiamoli a colonizzare il sole.

I commenti sono chiusi.