Il boss Santori fonda una società all’insaputa delle altre sardine: per raccogliere denaro

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Le Sardine si preparano per l’evento del 19 gennaio, quando ad una settimana dal voto torneranno a Bologna per un concertone stile Primo Maggio. L’unico modo che ormai hanno per riempire le piazze: musica gratis.

Al momento dell’annuncio, Mattia Santori e compagni avevano lanciato una raccolta fondi per coprire le spese organizzative: l’obiettivo era raggiungere almeno quota 50mila euro, sono bastati quattro giorni per arrivare a 54mila.

Il Fatto Quotidiano del 28 novembre fa notare che, nascosta tra le righe di un crowdfunding, è spuntata all’improvviso l’associazione ‘6000 Sardine E.T.S’ con lo scopo di fare da cassaforte per il concerto-evento del 19 gennaio. “Per qualche ora – si legge nell’articolo firmato da Paolo Frosina – la novità ha colto di sorpresa le Sardine di tutta Italia. Nessuno sapeva dell’associazione, né di chi fossero i suoi rappresentanti: nessun annuncio, né invito a candidarsi per gli organi dirigenziali o a contribuire a scrivere lo statuto. Solo dopo numerose richieste di chiarimenti i 4 fondatori hanno comunicato in privato che l’iniziativa è stata loro e che le cariche obbligatorie (presidente e vice, segretario, tesoriere) sono loro appannaggio”.

L’obiettivo dei 50mila euro per coprire le spese del concerto è stato raggiunto in tempi record, ma la raccolta resterà aperta fino al 16 gennaio. Ciò significa che potrebbero essere accumulate decine di migliaia di euro in più: che fine faranno? Se lo chiedono molte Sardine, sollevando dubbi e malumori sulla gestione accentratrice dei quattro capi bolognesi.

Il movimento delle sardine, infatti, è scosso da un mistero che coinvolge Mattia Santori, Roberto Morotti, Andrea Garreffa e Giulia Trappoloni, ovvero i quattro pesci pilota.

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“6000 sardine E.T.S”, dove la sigla “E.T.S.” sta per ente del terzo settore ha l’obiettivo di ingrossare il patrimonio.

“Le donazioni andranno su un conto corrente dell’associazione che ne deterrà piena responsabilità, e rendiconterà la spesa di ogni euro raccolto”, dice Trappoloni.

Ma nessuna sardina tranne lei e gli altri tre pesci pilota era a conoscenza della società. Una volta venuta a galla la questione, e solo dopo diverse richieste di delucidazioni ed chiarimenti, i quattro padri fondatori avrebbero comunicato – ovviamente in forma privata – i motivi della decisione di dare vita a un soggetto giuridico, con canto di conto corrente sul quale raccogliere fondi e donazioni.

Il Fatto, infatti, riporta lo sfogo di un’anonima sardina: “Mi chiedo a cosa sia servita l’assemblea convocata a Roma, Lì eravamo in centocinquanta e si è detto che tutti contavamo allo stesso modo. Non avevamo il diritto di sapere di quest’associazione? Non avevamo il diritto di farne parte e avere voce in capitolo sulla gestione dei fondi?”.

Ma la notizia è che le Sardine sono al servizio di Stefano Bonaccini per evitare la sempre più probabile vittoria della leghista Lucia Borgonzoni. Tanto da tornare in piazza a Bologna una settimana prima del voto. Il flop romano non è stato sufficiente.

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La data, come detto, è fissata per il 19 gennaio. E per evitare il flop romano, ecco che non si tratta di una normale manifestazione, ma piuttosto di concerto gratuito per attirare giovani e poi dire che sono sardine.

Insomma, un concerto da Primo Maggio per dare una spinta al povero Bonaccini. Non basterà.