Il decreto Salvini ha smantellato il business accoglienza: 5mila parassiti in meno nelle Coop

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Lo abbiamo ripetuto più volte. Il business dell’accoglienza era un settore che oltre a dilapidare miliardi di euro delle tasse degli italiani, aveva creato un bacino clientelare per la sinistra, il Vaticano e la ‘ndrangheta attraverso le coop: migliaia di posti di lavoro parassitari, per lo più ricoperti sempre da immigrati.

Le coop guadagnavano due volte: prima ospitando e poi sfruttando manodopera a basso costo.

Ma con il taglio imposto dal decreto Salvini sulla sicurezza, questo sistema sta crollando.

Grazie ai due decreti sicurezza diventati leggi dello stato e fortemente voluti dal leader della Lega Matteo Salvini quando era ministro dell’Interno, la quota che le aziende impegnate nell’accoglienza percepiscono per ogni fancazzista accolto è passata dai famosi 35 euro a 21 euro.

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Questo, secondo la Cgil, ha significato un taglio orizzontale nei posti di lavoro: già da agosto 2019 a oggi, il taglio è quantificabile in 5mila posti di lavoro in meno. Che diventeranno 16mila entro il 2020.

Un taglio netto ad un sistema clientelare mostruoso. Insomma, una delle bandiere della propaganda buonista si vela per quello che è sempre stato: business. Senza i famosi 35 euro che servivano per pagare gli smartphone agli immigrati e il loro soggiorno nelle strutture a quattro stelle, le coop non vogliono più occuparsi dei migranti.

I 35 euro, lo si ricorda, non finivano tutti nelle tasche dei migranti attraverso vitto, alloggio e paghetta per gli stravizi. Una parte considerevole finiva, come guadagno, nelle tasche delle cooperative. Il taglio del 40% su questa cifra, che ha portato il costo mensile a migrante a livello delle pensioni minime, ha comportato il taglio al business dell’accoglienza.

E’ stata ed è cosa buona e giusta. Ed è per questo che il PD ora vuole eliminare i decreti Salvini: per riprendere il business e il clientelismo. Per ‘comprare’ voti.