Dopo Stefano Lucidi è il grillino Ugo Grassi ad ammiccare alla Lega. “Luigi Di Maio usa toni che io non utilizzo, mentre lui parla di poltrone io parlo di politica” ha detto al termine delle votazioni sul Mes che certificano la sua rottura con il gruppo pentastellato. Il pentastellato infatti ha detto no alla risoluzione della maggioranza, esprimendo invece parere favorevole al testo leghista. “Un parlamentare rappresenta una nazione – spiega ai cronisti in Transatlantico -, un ruolo che è stato mortificato nel Movimento”.
E a chi gli fa la fatidica domanda, quella sul passaggio al Carroccio, risponde: “Se mi guardo alle spalle c’è poco spazio perché io possa rimanere nel Cinquestelle. Andare alla Lega? Vedremo, vi lascio la suspense…. Una cosa è certa, durante la precedente esperienza di governo, mi sono accorto che con i colleghi leghisti era possibile avere un dialogo concreto”. Più chiaro di così.
Non reggono.
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Reggeranno, invece. Diciamo che però si stanno giocando le ultime carte. Scoperta la prossima pattuglia di “responsabili” non ne hanno più. Soprattutto saranno colpi gravi per il vecchio Silvio e per i 5s. Tra l’altro immagino che agli ex voti forzisti verrà un grave attacco di fascismo e pronostico presto Giorgia verso il 15%.