Libia, è allarme milioni di clandestini: noi teniamo migliaia di soldati in Libano

Vox
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La guerra in Libia si fa sempre più sanguinosa: migliaia di clandestini pronti a partire per l’Europa.

In tutto questo, l’Italia è stata esclusa dal vertice sulla Libia. Regno Unito, Francia, Germania e Turchia si sono visti a margine del vertice NATO senza invitare l’Italia. Spalancare i porti e leccare i culi, non aumenta la considerazione degli altri nei tuoi confronti.

L’Italia, del resto, non tratta la Libia per l’emergenza strategica che è. Dovremmo schierare sulle coste libiche tutte le risorse militari che abbiamo. Invece no.

Fino a qualche decennio fa l’utilizzo delle forze armate era al servizio degli interessi nazionali. Giusti o sbagliati che fossero. Poi non è più stato così. Da decenni i Paesi europei, Italia compresa, usano i propri soldati per fare tutto, tranne che difendere le proprie frontiere. Sono, di fatto, messi al servizio di interessi internazionali.

Abbiamo 6.290 soldati permanenti nelle varie missioni (nel 2018 erano 6.309), più un altro migliaio per un tempo limitato per una consistenza massima di circa 7.400 unità per il 2019.

Il maggior numero di militari è in Medio Oriente e Asia islamica (46% del totale) e, a seguire, ‘Europa’ (34%) e Africa (20%) mentre il continente con più missioni operative è quello africano, 18 sulle 43 complessive.

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Ecco dove sono, ad oggi, i nostri ragazzi:

Noi non contestiamo, come i pacifisti, l’utilizzo dei militari: ne contestiamo i luoghi dove vengono utilizzati.

Perché abbiamo 1.216 soldati italiani a pattugliare il confine tra Libano e Israele, invece di quello italiano tra Friuli e l’Istria, da dove ogni giorno entrano centinaia di clandestini?

Perché abbiamo 1.112 soldati in Iraq, invece di averli a difendere l’interesse nazionale italiano in Libia?

Perché abbiamo 800 italiani in Afghanistan, a quasi venti anni dalla fine della guerra, invece di averli qui, pronti ad ogni evenienza?

Qualcuno ci deve spiegare quale interesse nazionale italiano si difende, nel pattugliare il confine tra Israele e Libano. Quale? Se nemmeno ci invitano a parlare di quello che è il problema strategico principale per l’Italia: la Libia.