Martedì 3 dicembre, a Bruxelles, dopo la conferenza nella sala stampa del parlamento UE. Il leader della Lega, Matteo Salvini sta per allontanarsi, quando gli si avvicina un uomo. Un prete.
Gli sussurra: «Spero che la Madonna ti protegga da tutti gli attacchi che stai subendo». Le foto, lo mostrano mentre porge un santino della Vergine e Salvini lo bacia come lo si è visto fare in diverse occasioni – anche ad agosto, in parlamento, in occasione della sfiducia al governo giallo-verde – con il rosario.
Don Carmelo Prima, figlio di italiani emigrati in Belgio, poi per undici anni nella comunità Divina Provvidenza di Schio e infine al seminario di Vicenza, per poi diventare parroco di Sainte Catherine, a Bruxelles.
«Io non faccio politica – spiega il sacerdote, raggiunto in Belgio dal Corriere del Veneto – ma ho voluto comunque regalare al leader della Lega un’immagine della Madonna Regina dell’Amore. L’ho fatto perché la Vergine può essere di conforto e d’aiuto per tutti, figuriamoci per un politico come lui, che ha molte responsabilità».
Don Carmelo racconta che Salvini gli ha mostrato il rosario e gli ha assicurato di essere devoto a Maria. «E io gli credo: in diverse occasioni ha mostrato la Corona e si è sempre proposto al suo elettorato come un difensore dei valori cristiani, della famiglia tradizionale e, soprattutto della vita, dal concepimento fino alla morte naturale. Mi sembrano tutti temi importanti e sui quali un bravo politico dovrebbe sempre interrogarsi».
A gennaio il sacerdote compirà cinquant’anni. La sua è stata una vocazione «tardiva», nata proprio nella comunità vicentina fondata dal mistico Renato Baron. «Sono il suo figlio spirituale», assicura. Sono tantissimi i fedeli che ogni anno si avvicinano al Movimento Mariano di Schio. «Anche Salvini mi ha assicurato di conoscere la comunità mariana». E le critiche della Chiesa ai porti chiusi e all’«aiutiamoli a casa loro»? «Da sacerdote – spiega don Carmelo Prima – posso dire che le porte della mia chiesa sono sempre aperte per i poveri, perché quello dell’accoglienza è un principio importante. Però non si può nascondere il fatto che, tanto per fare un esempio concreto, qui a Bruxelles ci sono oltre mille senzatetto, provenienti da altri Paesi. Mi chiedo che senso abbia far venire qui delle persone per poi costringerle a vivere in queste condizioni. I fenomeni migratori vanno controllati: non si può accogliere tutti indiscriminatamente. E poi, anche chi viene accettato, è giusto che abbia ben chiara una cosa: deve rispettare le regole del Paese in cui arriva, non imporre le proprie».
Don Carmelo è forse uno dei pochi che si salva dall’esercito vaticano di questo papa anti italiano, venuto da un paese che era già un calvario per i loro abitanti e ora, il papa, vuole far finire l’Italia come la sua (ex) patria, quella dove comandano solo i potenti e prepotenti. Quello che mi preoccupa è che dal vaticano arriveranno mazzate a non finire a Don Carmelo. Don Carmelo, avanti così, non sei solo. Forza.