MES, prelievo forzoso sui conti correnti italiani: scontro Salvini-Governo

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Matteo Salvini ha chiesto al Mef – Ministero Finanze – la verità: “Il signor indegnamente presidente del Consiglio pro tempore dica se è vero o falso” quanto riferito da Milano Finanza del 23 novembre sul Mes. Il trattato sul fondo salva Stati comporta la possibilità di una “ristrutturazione del debito” del 20/30% del risparmio degli italiani oppure “la confisca nottetempo dei conti correnti bancari italiani per un ammontare equivalente del contributo. Mentre è stato tolto lo scudo penale all’ex Ilva, vogliono darte lo scudo a dirigenti di un organismo privato in grado di entrare nei conti correnti degli italiani. E’ una follia!”, ha attaccato il leader della Lega.

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Dal Mef è arrivata una risposta: “La riforma del Mes non introduce in alcun modo la ristrutturazione preventiva del debito pubblico e tanto meno prevede la confisca dei conti correnti italiani. È una notizia totalmente infondata e priva di ogni possibile riscontro, che continua a inquinare il dibattito con tesi fuorvianti e ingannevoli. Sostenere, come fa l’articolo a cui fa riferimento il leader della Lega Matteo Salvini, che l unica via per avere condizioni economiche e finanziarie forti e un debito pubblico sostenibile è la sua preventiva ristrutturazione o la confisca nottetempo dei conti correnti italiani è una ricostruzione totalmente priva di logica”. E fin qui il battibecco duro tra il Tesoro e l’ex titolare del Viminale. Ma come stanno davvero le cose? Il prelievo forzoso dai conti correnti è previsto con il “bail-in”.

Il sistema di salvataggio delle banche di fatto permetterebbe un prelievo su tutte le giacenze sui conti che superano i 100mila euro.

Ma c’è di più. Molto di più. In Italia sui conti correnti sono depositati più di 1.500 miliardi che corrispondo al 60 per cento del debito pubblico. L’Italia è un Paese più ricco della Germania. Le banche tedesche lo sanno. E la Bundesbank aveva già ‘suggerito’ tempo fa di utilizzare questo risparmio per abbassare il debito pubblico italiano.

Ora, però, questo risparmio potrebbe essere utilizzato per salvare le banche tedesche.

La firma del MES impegna l’Italia, infatti, a versare 110 miliardi di euro entro sette (7) giorni al soviet del MES, con formula ‘a prima richiesta’. E’ un obbligo. L’obbligo di garantire ad un ente sovranazionale una cifra enorme in qualsiasi momento questa venga richiesta e nel tempo massimo di 7 giorni!

E qui c’è il trucco. Il governo italiano potrebbe utilizzare questo meccanismo per imporre ai cittadini una patrimoniale di fatto che prenderebbe di mira i quasi 5 trilioni di euro complessivi, tra conti correnti, depositi, obbligazioni, titoli azionari, riserve assicurative e altro della ricchezza privata italiana.

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Il MES, infatti, dopo i 7 giorni trascorsi dalla ‘prima richiesta’ del versamento, potrà esercitare uno spossessamento di somme sui conti italiani attraverso un’azione informatica diretta sulle proprietà finanziarie degli italiani.. In pratica: vi svuotano i conti correnti.

Inutile dire che questo potrebbe causare una fuga di liquidità dai depositi bancari. E scatenare una crisi bancaria: chi terrebbe i propri soldi in banca sapendo che, da un momento all’altro, qualcuno potrebbe rapinarne il 10 per cento? E, paradossalmente, l’Italia non potrebbe nemmeno ‘chiedere aiuto’ al MES, visto che è fuori dai parametri UE.

In teoria, ill MES nasce per “aiutare gli stati a rischio default”. Ma non è così. Visto che l’accesso ai fondi p possibile solo agli Stati rispettosi dei vincoli contabili europei, e perciò teoricamente non bisognosi: come le banche, prestano solo a chi non ne ha bisogno.

E allora è chiaro: questo ‘fondo’ serve a salvare le banche tedesche liberandole dai titoli spazzatura utilizzando i soldi dei conti correnti italiani per farlo.

Quindi, dobbiamo pagare per qualcosa che a noi non serve e, anzi, servirà ad altri.

Vi sembra qualcosa di fantascientifico? Nel 1992 l’allora governo Amato, di notte, esercità un prelievo del 6 per mille su tutti i conti correnti. Servivano gli ultimi 8 mila miliardi di lire per la manovra correttiva da 30. E se li presero.

Questa volta, a farlo, con il MES, saranno burocrati tedeschi.