Cina ordina all’Italia silenzio su Hong Kong, Salvini: “Non siamo una vostra provincia”

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Scontro tra Italia e Cina sulla partecipazione in videoconferenza di Joshua Wong, leader dei ribelli di Hong Kong, ad eventi promossi da parlamentari italiani, in particolare Radicali e di Fdi.

Il portavoce dell’ambasciata di Pechino a Roma, in un tweet, definisce ‘irresponsabile’ il comportamento degli esponenti politici che lo hanno invitato.

Salvini reagisce all’ingerenza cinese:

“Dichiarazioni quali quelle rese dal portavoce dell’ambasciata della Repubblica Popolare Cinese a Roma sono del tutto inaccettabili e totalmente irrispettose della sovranità del Parlamento italiano”. Questo, secondo fonti della Farnesina, quanto rappresentato formalmente dal ministero degli Esteri italiano all’ambasciatore cinese a Roma cui è stato espresso “forte disappunto per quella che è considerata una indebita ingerenza nella dialettica politica e parlamentare italiana”. La presa di posizione della Farnesina arriva dopo le parole dell’ambasciata su Hong Kong.

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Ma come puoi farti rispettare, quando poliziotti cinesi pattugliano le tue strade?

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E quando fai eleggere assessori cinesi:

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Questi grillopidioti non comprendono: quando fai accordi commerciali con la Cina, la Cina ti compra. E pretende obbedienza. Né più né meno di quanto faccia con i paesi africani.

Poi, la faccenda di Hong Kong è più complessa di come appare, ma questo è un altro discorso.




2 pensieri su “Cina ordina all’Italia silenzio su Hong Kong, Salvini: “Non siamo una vostra provincia””

  1. Una rivolta sponsorizzata dalla CIA merita di finire molto male. Se i Texani si ribellassero e sventolassero bandiere cinesi lo troverei un po’ sospetto.

I commenti sono chiusi.