MES, Conte ha promesso i soldi degli italiani: ecco quanti

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La riforma del Mes, il cosiddetto Fondo salva-Stati, è un attacco diretto alla sovranità e alla stabilità sociale dell’Italia.

Claudio Borghi, sul suo profilo Twitter, pubblica la tabella con i dati relativi ai versamenti che l’Italia dovrebbe effettuare se firmasse: “La vedete questa tabella – scrive il leghista -. Indica quanto capitale del MES abbiamo già versato (14.33 mld) e quanto è il capitale sottoscritto (125,40 mld). La differenza tra i due (111 miliardi) è quanto ci siamo impegnati a versare a semplice richiesta entro sette giorni”. O meglio, quanto Giuseppe Conte si è prodigato ad assicurare ai vertici dell’Unione europea.

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In totale segretezza, senza passare dal Parlamento. Senza dirlo agli italiani. Quel famoso giorno di giugno.

Invece di ridurre il nostro debito con i nostri soldi, versiamo i nostri soldi ad un fondo sovranazionale che poi verrà utilizzato per comprare i titoli tossici detenuti dalle banche tedesche.

Un fondo, tra l’altro, a cui non potremmo accedere perché siamo un paesa dall’alto debito. Quindi escluso. Geniale.

E Gianluigi Paragone, ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta, ha riservato critiche a tutti i suoi colleghi: da Luigi Di Maio (preso di mira da qualsiasi Cinque Stelle che si rispetti) a Beppe Grillo fino a Giuseppe Conte. Proprio contro i primi due il senatore ha scagliato la prima invettiva: “È il video del benaltrismo – ha esordito riferendosi al filmato in cui Grillo, tra parolacce e sproloqui, battezza Di Maio come unico leader, – del pensare al domani perché non sappiamo fare le cose oggi”.

Ma Paragone non risparmia neppure il premier, reo di aver stipulato con l’Ue un presunto accordo segreto. “Adesso tutti diranno che il Mes non è pericoloso perché gli italiani stanno iniziando a capire, ed è partita la controinformazione. I membri del Mes godono di un’immunità totale, che non ha neanche il capo della Bce”. Per il grillino la riforma pretesa in particolare dalla Germania è la conferma che “l’Ue col popolo e con la politica non c’entra nulla”. Motivo questo per cui il senatore non la voterà mai per “non rovinare la vita degli italiani e non lasciare solo a Salvini la bandiera di una lotta di buon senso”. Un aut aut quello di Paragone esplicitato nell’ultima frase: “Se sono diventati europeisti me lo devono dire e mi devono sbattere fuori”.