5.931 viadotti a rischio crollo mai sistemati: soldi spesi per mantenere immigrati in hotel

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“Nell’agosto del 2018, dopo la tragedia del ponte Morandi, ci venne chiesto un monitoraggio urgente sugli oltre 30mila ponti, viadotti e gallerie in gestione. Consegnammo al Ministero delle Infrastrutture un quadro da cui emergeva la necessità di intervenire su 5.931 strutture, e di procedere con indagini tecnico diagnostiche urgenti su 14.089 opere. Ma nulla è stato fatto”. Lo dice il Presidente dell’Upi, Michele de Pascale.

E Conte annuncia che per la protezione del territorio “sono stati stanziati 11 miliardi su base pluriennale.Ora però dobbiamo accelerare con tutte le opere”.

Ma pensa: 11 miliardi su ‘base pluriennale’. Intanto, abbiamo speso in soli 5 anni, prima di Salvini, 16 miliardi di euro per mantenere i finti profughi in hotel.

Avete idea di quanti soldi sono 16 miliardi di euro? Sono abbastanza per dare, ad ogni singolo italiano più di 250 euro.Sicuramente abbastanza per sistema i 6mila viadotti a rischio crollo.

Una ricerca del Centro studi «ImpresaLavoro» rivela che nel solo triennio 2014-2016 i profughi – quindi esclusi gli altri immigrati o migranti come piace dire ai media di distrazione di massa – saranno costati all’Italia oltre 6 miliardi 145 milioni (1 miliardo 399 milioni nel 2014, 2 miliardi 115 milioni nel 2015 e 2 miliardi 629 milioni nel 2016). Sono circa 300 euro a famiglia.

La voce di costo più importante è quella dell’accoglienza – vitto alloggio e marchette varie – di quelli che poi, al 94 per cento risulteranno clandestini e non profughi: 3 miliardi 668 milioni (più di 643 milioni nel 2014, quasi 1,3 miliardi nel 2015 e 1 miliardo 752 milioni nel 2016).

Gli sbarchi hanno poi generato circa 87 milioni di altri costi per la primissima assistenza (trasporti, noleggio strutture presso i porti, acquisto di coperte, indumenti, etc.), ai quali vanno aggiunti 1,2 miliardi di costi militari (pattugliamento delle coste, rafforzamento delle frontiere, le missioni navali e aeree, contributi italiani alle missioni Frontex e EuroForNavMed).
Non vanno poi dimenticate le spese sanitarie. Perché non solo devastano i nostri ospedali e diffondono malattie, ci costano anche quasi 863 milioni.

costiprofughi

Poi ci sono le spese amministrative (141,6 milioni) per le istruttorie delle pratiche di richieste di asilo nonché per il gratuito patrocinio. Tutti soldi che finiscono agli avvocati delle associazioni ‘umanitarie’.

Infine, nel conto complessivo va aggiunto quanto speso nel triennio dagli Enti locali (185 milioni) per sistemare le aree adibite all’accoglienza nonché il costo della popolazione carceraria immigrata irregolare e quello dei relativi rimpatri.

«Emerge con chiarezza che i costi per la gestione di questa emergenza stanno crescendo esponenzialmente di anno in anno, – commentava l’imprenditore Massimo Blasoni, presidente del Centro studi ImpresaLavoro. – L’effetto è generato in parte dall’aumento degli sbarchi, in parte dalla lentezza (voluta, per ingrassare le coop del PD ndr) con cui il nostro sistema esamina le richieste di asilo e dispone gli eventuali rimpatri. Rischiamo di ritrovarci con una pericolosa bomba nei nostri conti pubblici», conlcudeva.

Poi, nel 2017 l’Italia ha speso altri 4,3 miliardi di euro per l’accoglienza dei sedicenti profughi. Tutti soldi che potevamo spendere per infrastrutture, pensioni e giovani disoccupati. Viadotti.

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La cifra è scritta nero su bianco nella relazione sul rendiconto generale dello Stato resa nota dalla Corte dei Conti. Nel 2018, il PD aveva poi ipotizzato una spesa tra i 4,7 e i 5 miliardi e rotti di euro. Insomma, 10 miliardi di euro in soli due anni: indegno.

Fortunatamente, è arrivato Salvini, e i costi hanno cominciato a scendere:

Politica dei porti chiusi ci ha fatto risparmiare 1,3 miliardi

Ma ora è tornato il PD. E il governo abusivo ha riaperto i porti: solo negli ultimi giorni sono sbarcati quasi mille clandestini. Circa 400 scaricati tra ieri e oggi dalle navi straniere delle Ong.

E ora, vogliono smantellare i decreti sicurezza, ripristinando la famigerata ‘protezione umanitari’, quella che rendeva profugo un clandestino come Oseghale o gli assassini di Desirée: tutto per foraggiare le Coop.

E non sono solo i 35 euro a botta o i 500 che spettano ai sindaci dei comuni che decidono di accogliere, ci sono un mare di altri finanziamenti come contributi occasionali, progetti d’integrazione, assegni per i minori non accompagnati e per le persone con patologie, mentali e non.

Un decreto firmato dall’allora responsabile dem del Viminale, Marco Minniti (datato 28 dicembre 2017), ha provveduto ad accreditare quest’estate una cifra vicina ai 20 milioni di euro sui conti correnti di 754 enti locali, praticamente tutti guidati dal Pd, per pagare i conti dell’accoglienza: quasi sempre di sedicenti minori non accompagnati, che costa il doppio dei loro ‘colleghi’ adulti.

“Misure urgenti a favore dei Comuni in materia di accoglienza”: Roma ha ottenuto 1.384.000 euro. Poi c’è Bologna (880.000 euro), Milano (324.000), Torino (272.000) e Firenze (235.500).

In conclusione, abbiamo speso in ‘accoglienza’ oltre 16 miliardi di euro in 5 anni: una somma oscena. Circa 800 euro per ogni famiglia italiana.

Cosa potevate fare con 800 euro in più? Sicuramente meglio di mantenere centinaia di migliaia di finti profughi in hotel in questi anni. E non è ancora finita. Perché, ad oggi, continuiamo a mantenerne in hotel quasi 100mila.

Quanti viadotti si potrebbero sistemare, con i soldi che regaliamo alle coop del Pd, del Vaticano e della ‘ndrangheta per sollazzare i fancazzisti?

E fanno ridere i soloni che dicono “sono due cose differenti”: se spendi i soldi da una parte, li togli da un’altra. Tertium non datur.