Toscana: 50% degli immigrati non lavora, un esercito di 200mila scrocconi

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“Alla Regione diciamo ‘brava’ perché ha supplito al taglio del sistema d’accoglienza Sprar operato a suo tempo dal Ministero dell’Interno Salvini, e chiediamo di continuare la battaglia con noi per riuscire ad affidare alle autonomie locali, anziché al Viminale, la gestione dell’accoglienza, che non è un problema di ordine pubblico; al Governo chiediamo di introdurre modalità certe e in pienezza di diritti per chi vuole venire a lavorare regolarmente in Italia; alla politica tutta chiediamo di affrontare la questione della cittadinanza per gli immigrati di seconda generazione, quelli nati qua o che hanno ultimato un ciclo di studi, prevedendo nuove modalità a partire dallo Ius Culturae”: sono queste le richieste di Cgil, Cisl e Uil Toscana avanzate al loro convegno “Cittadinanza che fatica” ieri al Fuligno di Firenze.

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Infatti. Il Pd toscano ha utilizzato i soldi dei contribuenti toscani per continuare a foraggiare le coop ‘impoverite’ dai decreti Salvini. E poi sappiamo chi, le coop finanziano. E’ una partita di giro.

Gli stranieri residenti in Toscana sono 417.382 secondo i dati Istat del 2108, l’11,2% della popolazione regionale (dati che tengono conto del mancato perfezionamento dell’iscrizione anagrafica e di clandestini portano la cifra a 453.402, pari al 12% della popolazione complessiva). Un’invasione.

Ma attenzione. Come nel resto d’Italia, la stragrande maggioranza degli immigrati non lavora. Gli occupati stranieri in Toscana sarebbero, infatti, poco più di 200.000, di cui oltre il 30% sono iscritti a un sindacato confederale. Che è poi l’unica cosa che interessa agli ex sindacati italiani: tessere con le quali sostituire gli italiani.

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Quindi ci sono almeno più di 200.000 immigrati che non lavorano. Arrivati con ricongiungimenti familiari. E come in Veneto, il 90 per cento di chi arriva negli ultimi anni non viene per lavorare: ma per farsi mantenere.

Negli ultimi venti anni i “nuovi toscani”, ovvero i residenti stranieri che hanno ottenuto la cittadinanza italiana e i minori figli di coppie miste, sono 129 mila. Gli immigrati di seconda generazione nati e cresciuti in Toscana con riferimento al 2017 sono 54.778, pari al 14,5% della popolazione “straniera”. Ci stanno sostituendo.

Già non abbiamo bisogno di ‘lavoratori’, perché dobbiamo importare i loro parenti? Questa non è immigrazione, è ripopolamento di scrocconi che vivono di sussidi e assegni sociali. Che utilizza i nostri ospedali e ingolfa scuole e asili pubblici. Che si prende le nostre case popolari.




Un pensiero su “Toscana: 50% degli immigrati non lavora, un esercito di 200mila scrocconi”

  1. In Toscana, come in Umbria, a causa del dominio ultradecennale della sinistra, l’immigrazione è stata più ideologica che per far fronte a carenza di manodopera. Non mi risulta che i toscani siano tipi che snobbano i lavori cosiddetti “umili” o “pesanti”, cosa che invece purtroppo è realtà in regioni come Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, dove è assolutamente vero che certi lavori sono svolti in prevalenza da immigrati, tipo agricoltura, artigianato e industria. Il centro di Firenze è pieno di ambulanti senegalesi: sono forse loro la forza-lavoro che serve all’economia?

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