“Ong non attirano clandestini”, lo assicura l’università che collabora con Soros

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Farebbero ridere, se non fosse così tragico. Oggi i media di distrazione di massa:

Non ci sono evidenze empiriche che la presenza delle Ong nel Mediterraneo centrale tra il 2014 e il 2019 sia un “pull factor”.

Lo rivela uno studio pubblicato dall’European University Institute a firma dei ricercatori Matteo Villa e Eugenio Cusumano. Dall’analisi, intitolata Sea Rescue NGOs: a Pull Factor of Irregular Migration?, emerge come le partenze dalla Libia non siano collegate alle attività di salvataggio in mare delle varie Open Arms.

Nonostante siano già state pubblicate diverse inchieste in merito, questo è il primo studio sistematico basato su dati che vanno dal 2014 a ottobre 2019.

Ma pensa. L’European University Institute ci assicura che le Ong non attirano clandestini. Ma chi sono?

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L’ente è finanziato dalla Ue, e già questo lo rende tutt’altro che imparziale.

Ma, ancora peggio, collabora con la famigerata Open Society Foundations, braccio armato dello speculatore George Soros.

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I suoi docenti, infatti, sono spesso ospiti dei convegni e dei seminari organizzati dall’Open Society, e viceversa. Costanza Hermanin, già segretaria di Gennaro Migliore, dopo aver conseguito un dottorato presso l’istituto di Fiesole, ha poi lavorato per l’Open Society Foundations di Soros. Lo stesso vale per Heater Grabbe, direttrice dell’Open Society European Policy Institute, il braccio “politico” della rete istituita dal magnate: anche lei è passata per l’istituto di Fiesole. L’Istituto universitario europeo propone inoltre il Max Weber Programme, che prepara “annualmente un crescente numero di fellows ad una carriera professionale nel settore accademico”: tra i worskshop reperibili sulla rete e che l’istituto propone (o ha proposto in passato), anche uno con una dettagliata presentazione dell’Open Society Institute, e che rimanda direttamente al sito www.soros.org (oggi rimpiazzato dal dominio opensocietyfoundations.org).

La sinergia fra i due enti è dimostrata anche da alcune pubblicazioni. Nel 2018, per esempio, l’European institute university pubblica un rapporto in collaborazione con l’Open Society Foundations dal titolo “L’agricoltura italiana è un “fattore di attrazione” per la migrazione irregolare – e, in caso affermativo, perché?”. Il progetto Trafficko, sullo sfruttamento del lavoro in Italia, sponsorizzato sul sito dell’istituto fiorentino, è stato condotto tra aprile 2015 e gennaio 2016 ed è stato cofinanziato da Open Society Foundations.

Quindi abbiamo uno speculatore finanziario che, in qualche modo, partecipa al finanziamento di una ricerca che ci dice che le ong che anche lui finanzia non attirano clandestini.

Cosa, tra l’altro, impossibile da verificare. Perché non basta calcolare il flusso quando sono presenti, ma si dovrebbe anche fare un impossibile calcolo di quanti clandestini si sentono più ‘portati’ a partire vista la presenza delle Ong nei mesi e giorni precedenti.




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