I centri di accoglienza cacciano senzatetto italiani: “Solo profughi”

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C’è differenza tra un clandestino che ha presentato domanda di asilo in Italia e un senzatetto italiano? Certamente sì. Il primo viene mantenuto in centri di accoglienza per anni, il secondo, invece, no.

E se, disperato, chiedi aiuto, ti cacciano. Non ci credete? Allora vi raccontiamo una storia. Vera.

Quella di un pizzaiolo disoccupato di 60 anni che è stato cacciato da un centro d’accoglienza milanese per fare posto ai ‘profughi’ e picchiato dagli immigrati. Lui, e altri 9 senzatetto italiani che avevano cercato riparo, la gelida notte del dicembre di tre anni fa, in una caserma riadattata a centro di accoglienza:

«Insieme a noi c’erano anche i volontari dell’associazione onlus Pro Tetto» spiega Sabrina Geraci, presidente di Milano Sicura e titolare di un panificio attraverso il quale spesso sfama i clochard. Tutti i volontari, una decina di persone, hanno passato alcune ore in presidio davanti alla caserma. Dopo aver accertato che nei dormitori pubblici i posti erano tutti esauriti, infatti, avevano chiesto ad alcuni funzionari della caserma che venissero fatti entrare tre clochard, tutti italiani, intirizziti dal freddo e desiderosi di un giaciglio.

«Mandandoci via, ci hanno risposto che quel luogo era riservato esclusivamente agli stranieri – spiega la Geraci -. A noi sarebbe bastato che avessero offerto a quei poveretti un posto per dormire, non per forza dentro la caserma, ma comunque in un luogo caldo. A quel punto, però, è arrivata la polizia, ci ha identificati e certo non ci ha risolto il problema».

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«Così – dichiara la Geraci – siamo rimasti lì per qualche altra ora (e non tutta la notte come avevamo previsto, armati di coperte e thermos) fino a quando il posto per i tre è stato trovato grazie al nostro passaparola nel dormitorio di via Saponaro, al Gratosoglio. In realtà questo posto per i clochard italiani era costituito da tre piastrelle, a terra. Risultato: circondati da una cinquantina di africani tutti ubriachi, i senzatetto italiani sono fuggiti impauriti».

Riguardo la vicenda il Comune fa sapere che i tre uomini, indirizzati dalla caserma Montello al centro di via Saponaro, sono stati accolti intorno alla mezzanotte ma solo uno di loro ha accettato l’ospitalità.

«Non è affatto vero – conclude la Geraci – l’ospitalità inizialmente l’hanno accettati tutti e tre pur di non stare al freddo, ma quando hanno capito che il posto consisteva nel dormire per terra davanti a decine e decine di ubriachi, come ho già detto, se la sono data gambe levate. Aspettiamo che il prefetto Marangoni e l’assessore comunale al Welfare Majorino scendano in campo per trovare una soluzione per queste persone. Italiani come noi».

Non è normale. Come non è normale che, ad oggi, i contribuenti italiani continuino ad ospitare 95.755 in hotel per cosiddetti profughi.

E mentre con Salvini il numero stava scendendo in modo sempre più accelerato (erano quasi 200mila quando lui divenne ministro), ora il calo sta rallentando a meno di 2mila fancazzisti al mese. Con un blocco delle uscite dagli Sprar. Il Pd è tornato a foraggiare le Coop.