Assassina scarcerata dopo soli 9 anni: “Deve lavorare”

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Solo qualche giorno fa, a Milano, un ergastolano in permesso premio ha tentato di sgozzare un pensionato.

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Oggi, il tribunale di Sorveglianza di Bologna ha concesso la semilibertà a Catia Caliti, condannata in via definitiva a 16 anni (pena già di per sé ridicola) per l’omicidio del padre.

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L’assassina, 57 anni, era in carcere dal 22 febbraio 2010, quando fu arrestata per aver ucciso il genitore 88enne, a Carpi, in provincia di Modena. Dal 2014 era stata trasferita a Bologna. I giudici hanno accolto l’istanza del difensore, l’avvocato Savino Lupo. Caliti era già stata ammessa al lavoro esterno. Nel 2010 fu bloccata una decina di giorni dopo l’omicidio, incastrata dalle macchie di sangue del padre Guido, trovate su una sua giacca. Secondo gli inquirenti, la donna colpì ripetutamente alla testa il pensionato con un oggetto, che però non è mai stato ritrovato. Il movente individuato fu economico, legato al denaro che la donna aveva sottratto dal conto in banca del padre, approfittando della delega che le era stata data dal genitore.

Quindi, uno uccide a colpi in testa il padre di 88 anni e dopo 9 anni di galera è già fuori. Questo è uno Stato in disfacimento. Non è riformabile. Va abbattuto e ricostruito dalle basi.




Un pensiero su “Assassina scarcerata dopo soli 9 anni: “Deve lavorare””

  1. Hanno mostrato un filmato questa sera riguardante il lavoro che rende liberi gli ergastolani e “normali” carcerati. Quello intervistato aveva le tipiche macchie di chi è affetto da aids conclamato e diceva che esce per andare a lavorare, le sue mansioni sarebbero la cura delle aiuole e giardini pubblici, sin che non decide di violentare una ragazzina magari.

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