La toga rossa ammette: “Ho concesso asilo senza prove”

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“Non avevo le prove ma ho concesso ugualmente il permesso”: così Luciana Breggia, il magistrato che si vanta in giro nei teatri del suo tribunale che ha concesso asilo ad un pakistano stupratore di bambine che si era detto ‘gay’.

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“Era inserito in un contesto, parlava italiano, era vulnerabile. Mi sono misurata con l’impossibilità di ricostruire la sua storia e gli ho dato il permesso umanitario”: così, senza vergogna, il magistrato Luciana Breggia, all’interno dello spettacolo “Invece accade – dal diario di un giudice dell’asilo” di cui abbiamo parlato ieri:

Magistrato tribunale pro immigrati che grazia stupratore di bambine e va in teatro a vantarsene

Qui siamo all’eversione. Bonafede dorme beato. Il prossimo ministro no.

Il problema è che la signora è presidente della sezione l’immigrazione e protezione internazionale del tribunale di Firenze. Nel 2017 ha concesso l’85% delle domande di asilo che erano state respinte dalla commissione territoriale: una cosa abnorme che accade solo nei tribunali dove i ricorsi vengono, casualmente, presentati da ASGI, associazione finanziata da Soros che, sempre casualmente, era presente con la signora e Patronaggio a questo convegno con le Ong:

Patronaggio getta la maschera a convegno con le Ong: “Porti aperti” – VIDEO

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Una sorta di riunione tra i trafficanti umanitari e magistrati di estrema sinistra per ‘fare il punto’.

“Invece accade” è andato in scena a Lampedusa nei giorni scorsi, in occasione del convegno “La frontiera del diritto e il diritto della frontiera – Dieci anni dopo di nuovo insieme a Lampedusa”, promosso da Area Democratica, una corrente vicina a posizioni di sinistra all’interno della magistratura, nonché da Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) finanziata da Soros. C’era anche Patronaggio.

Recita la signora: “Un ragazzo del Burkina Faso mi spiegò di essere fuggito dal suo villaggio per avere rifiutato di diventare re come gli spettava per successione – ha raccontato il magistrato – Ho obiettato: da noi sarebbe bello diventare re. E lui: da noi invece no, sei un fantoccio nelle mani degli anziani del villaggio. Ti usano, ti chiedono di uccidere, io sono cristiano e non volevo uccidere nessuno”.

“Era inserito in un contesto, parlava italiano, era vulnerabile. Mi sono misurata con l’impossibilità di ricostruire la sua storia e gli ho dato il permesso umanitario”.

Lei “gli ha dato” il permesso umanitario. E poi loro stuprano:

Magistrato tribunale pro immigrati che grazia stupratore di bambine e va in teatro a vantarsene

Non hai un cuore. Altrimenti staresti in ginocchio a chiedere scusa a quella povera bambina.

Questa è eversione.