Bologna, sindaco: “In Emilia pochi migranti, hanno diritto a case popolari”

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“Qualcuno che non sa nulla di amministrazione, che si chiama Borgonzoni, che dice che dobbiamo preoccuparci di quei pochi migranti che ci sono in Emilia-Romagna”. Un attacco frontale quello del sindaco Virginio Merola oggi all’assemblea dei delegati di Cgil, Cisl e Uil di Bologna. “Se dobbiamo assecondare questo delirio, io francamente non lo accetto”.

‘Pochi’. L’Emilia Romagna ha oltre il 12 per cento di residenti stranieri. Sarà probabilmente una delle prime regioni, senza azioni preventive, a diventare a maggioranza straniera: per lui sono ‘pochi’.

“Di fronte al signore che mi va a fare i video delle case di edilizia residenziale pubblica dove c’e’ il nome di un cittadino bolognese straniero per dire che gli alloggi vanno solo agli immigrati, è arrivato momento di reagire. Noi assegnamo le case in base al reddito, non al colore della pelle”.

Peccato che ‘loro’ siano tutti nullatententi autocertificati e le case vadano, così, tutte a loro. In una città italiana.

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“Loro dicono ‘la casa solo ai bolognesi’, ma siccome esiste una Costituzione, l’unica possibilità che hanno è di allungare periodo di residenza (nel Comune, a Bologna tre anni, ndr): significa che oltre agli immigrati tengono fuori anche lavoratori del nostro mezzogiorno e delle altre parti d’Italia. La logica del prima è senza fine”, avverte il primo cittadino. “Questa roba qui ci condanna al declino. Ridurre le tariffe dei nidi solo ai bolognesi nati ‘doc’, è psichiatria generalizzata”, sentenzia Merola.

Non è così. La Lega ha ridato le case agli italiani con la clausola Ceccardi (certificazione di non patrimonio in patria): in pratica si sono azzerate quelle date agli immigrati.

Il presidente della Regione Bonaccini oggi ha detto “No al modello lombardo per la sanità’ emiliano-romagnola” in risposta a Borgonzoni che aveva detto: “Se arrivo, io modello lombardo”. Ma “Qui la centralità della sanità deve essere pubblica”, scandisce Bonaccini all’assemblea “Uno povero deve essere curato come uno ricco”, conclude. “La Lombardia? Una Regione che non fa decidere niente ai Comuni, una regione che è peggio dello stato centrale”, conclude il sindaco. (dire)

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2 pensieri su “Bologna, sindaco: “In Emilia pochi migranti, hanno diritto a case popolari””

  1. Ma se son migranti e “migrano” cosa se ne fanno delle case? È ora di cambiare vocabolo, come hanno fatto con integrazione divenuta mediazione culturale che li chiamassero con una nuova parola, tanto i sinistrati sono tutti
    acculturati e filosofi

  2. SONO CLANDESTINI !!! AZZO PANE AL PANE ! Comunque avete votato gente siffatta…. pagate le case ai clandestini e zitti !

I commenti sono chiusi.