Per ospitare ‘loro’ in hotel, questa bambina è morta di fame

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Molti di voi non saprianno che in Yemen c’è la guerra, perché i media di distrazione di massa ne parlano molto poco, visto che a sganciare le bombe sono i nostri presunti alleati sauditi – che pagano i nostri giornalisti – con gli alleati Isis e Al Qaida che agiscono sul territorio. E i bombardamenti sono – anche – con bombe italiane partite dalla Sardegna.

Si è fatto un casino per un paio di giorni di guerra della Turchia contro i curdi, non una parola per i sauditi che stanno sterminando i bambini yemeniti da anni.

Uno di quei bimbi si chiama – si chiamava – Amal, morta di fame a 7 anni: era diventata il simbolo della guerra in Yemen.

Era un mucchietto di ossa, la pelle così sottile da sembrare trasparente, il viso appuntito riempito dagli occhi enormi e cerchiati di nero che non guarda in macchina ma si volta di profilo. Questa era Amal Hussain, una bimba yemenita di 7 anni fotografata dal premio Pulitzer Tyler Hicks e finita sul New York Times lo scorso 26 ottobre a corredo di un reportage realizzato dal quotidiano americano sulla situazione nel paese, alle prese con una guerra dimenticata dall’Occidente e precipitato in una crisi umanitaria che non ha precedenti.

Una settimana dopo la pubblicazione di quella foto, Amal, che di quel conflitto e di quella catastrofe umanitaria era divenuta il simbolo, è morta di denutrizione in un campo profughi. La notizia della morte è stata data al New York Times dalla famiglia. “Il mio cuore è spezzato. Amal sorrideva sempre. Ora ho paura per i miei altri figli”, ha testimoniato ieri Mariam Ali, la mamma.

E dallo Yemen, dove la guerra c’è davvero ed è brutale, dove i bambini muoiono di fame, non arriva nessun ‘profugo’. Sono arrivati per anni da Pakistan, Nigeria e Bangladesh.

Perché chi muore di fame in mezzo alla vera guerra, non ha né soldi né mezzi per venire in Europa. Da noi arrivano gli invasori. Arrivano i ricchi:

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Se davvero volessimo aiutare chi soffre, avremmo usato una piccola parte dei 20 miliardi di euro spesi in accoglienza dei finti profughi, per non fare morire di fame i bambini dello Yemen. Ma non avremmo foraggiato le Coop! E’ solo questo il motivo dell’accoglienza. Questo e la sostituzione etnica. Altrimenti la Chiesa non lavorerebbe per questo:

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Ma userebbe gli stessi soldi per aiutare gli italiani in Italia e quelli che come gli yemeniti muoiono sotto le bombe.

Invece di aiutare chi ha veramente bisogno, manteniamo chi poi uccide le ragazzine. Loro non sono buoni, sono buonisti, sono dei fanatici che utilizzano il vostro senso di colpa per imporvi una sostituzione etnica su larga scala: di chi muore davvero, loro se ne fregano.




4 pensieri su “Per ospitare ‘loro’ in hotel, questa bambina è morta di fame”

  1. Encomiabile la vostra generosità ma non ci possiamo preoccupare di foraggiare il mondo intero, la crisi è solo agli inizi e non passerà troppo tempo che saremo noi in quelle condizioni. L’Italia è come il Titanic, ci sono quelli di prima classe che stanno comodamente seduti nelle loro confortevoli scialuppe e altri, quelli della terza classe, che nelle gelide acque annaspano e si strappano con disperazione la tavoletta del water che galleggia e tutto sommato potrebbe garantire loro un respiro di vita in più, nell’attesa che arrivino rinforzi. Sapete quanti sono messi come quella creatura? Basta andare in Grecia ad un soffio da noi e non solo geograficamente. Molti essendo benestanti non hanno l’esatta percezione delle privazioni di altri connazionali, o almeno mi auguro che sia per questo. Hanno l’ansia di distribuzioni di massa che a mio avviso potrebbero riguardare gli anticoncezionali in modo che chi non può provvedere alla prole smetta di farne!

  2. Ai benestanti vanno benissimo poveri e sovrappopolazione. E’ l’esercito di riserva marxiano e poi mi metto nei loro panni per un istante. Se fossi un datore di lavoro e mi servissero dei prestatori d’opera, al di là del titolo di studio cosa preferirei, un italiano con 105 punti di quoziente intellettivo in media, o un africano con qi 70 che mi si rivolge a gesti? Chiaro che vorrei l’italiano, non perché abbia solidarietà nazionale (anzi mi sta pure sul cazzo mentre il nero poverino ha ‘sofferto’ e si accontenta) ma perché sarebbe meglio per il mio profitto che è il Dio supremo cui sacrificare ogni cosa, vivente o inanimata. Solo che l’italiano, mortacci sua, certi lavori dove si rischia l’infarto o i tumori, non me li fa, vuole mascherine di protezione, indumenti adatti, pause lavorative, ferie, e pure 1200 euro di stipendio al mese e che gli paghi gli straordinari, perché più di 8 ore non lavora al giorno con fine settimana libero. E allora mi ‘accontento’ del nero poco capace, che però posso comandarlo a bacchetta, almeno fino al momento in cui non s’incazza con brutalità inenarrabile, e per quattro soldi.
    Quindi, non è una questione di classe come facevano i comunisti, che se la prendevano indistintamente con i benestanti. Ma bisogna senz’altro prendersela con questo genere di benestanti. Se una persona è ricca buon per lui, ma questo non lo esime dal dovere, per amore meglio, per forza se necessario, di rispettare la propria nazione ed i propri connazionali e possibilmente, aiutarli.
    Vox ha fatto da tempo una campagna contro i ricongiungimenti familiari, giustissima, ma io ne farei una per vietare le doppie o triple cittadinanze. La fedeltà non si da che ad una sola patria. E non devono esistere deroghe.

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