Rasmus Paludan, leader del partito Stram Kurs (Linea Dura), è stato salvto dalla polizia dopo essere stato aggredito e ‘bombardato’ con bombe carta mentre stava tenendo un comizio in una zona ad alta densità di migranti nell’area di Tingbjerg, a Copenhagen.

Una sfida. Per dimostrare che non ci sono no-go-zone. E invece ci sono. Interi sobborghi ormai enclaves straniere dove non vige la legge danese.

“Lo abbiamo portato via dopo circa 20 minuti di comizio”,ha spiegato Leif Hansen della polizia di Copenhagen intervistato da TV2.

Come è possibile osservare in un video diffuso da fonti ufficiali del partito di Paludan, il comizio è stato interrotto da alcune forti deflagrazioni. Secondo un testimone oculare, la prima bomba carta è stata lanciata dal tetto di un edificio antistante, mentre la seconda esplosione è avvenuta a pochissimi metri da Paludan.

Dopo la terza esplosione, la polizia è entrata in azione e lo ha messo al sicuro all’interno di una BMW nera.

I responsabili dell’aggressione non sono stati individuati, come confermato da Leif Hansen a Ekstra Bladet: “Non siamo riusciti a catturare i responsabili.

Rasmus Paludan è noto per le sue posizioni estremamente critiche nei confronti dell’Islam e dell’immigrazione, con diversi episodi in cui è arrivato addirittura a bruciare il Corano.

Per le sue posizioni è stato più volte bersagliato sia verbalmente che fisicamente durante i comizi in varie aree della Danimarca. Dove gli altri politici non osano andare.

Recentemente il partito Linea Dura, che si identifica come “etno-nazionalista” e vorrebbe “una Danimarca per i danesi”, è stato costretto ad annullare diverse manifestazioni, poiché la polizia non è stata in grado di assicurare la sicurezza e l’incolumità dei partecipanti.