Ong di Ocean Viking ha scaricato in Italia rifiuti infetti: lo conferma Cassazione

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Come tutti i criminali hanno cambiato nave: nome nuovo, per rifarsi una verginità

La Cassazione ha dato ragione al procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, il grande accusatore delle Ong che soccorrono migranti in mare. Per la Suprema Corte lo smaltimento dei rifiuti speciali dalla nave Aquarius, fino all’anno scorso utilizzata dalle Ong Msf e Sos Méditerranée, era illecito. I giudici hanno così respinto il ricorso dell’agente marittimo complice delle ong.

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La Cassazione ha imposto al Tribunale del riesame di Catania di rivedere il verdetto con il quale aveva escluso il traffico di rifiuti pericolosi (infetti) a bordo delle navi delle Ong Sos Mediterranee e Medici Senza Fronteire, Vos Prudence e Aquarius. Le stesse ong che ora gestiscono la Ocean Viking.

La Suprema corte ha, infatti, annullato con rinvio, l’ordinanza del Tribunale etneo, che aveva negato il reato, per l’assenza di un’organizzazione, pur considerando esistente la potenziale infettività dei rifiuti derivanti dalle operazioni di traghettamento clandestini, compresi i rifiuti sanitari derivanti dall’assistenza prestata a bordi agli immigrati.

Materiale a rischio infettivo che avrebbe dovuto essere trattato con la predisposizione di appositi mezzi, era stato invece classificato come rifiuto speciale, con l’applicazione della più vantaggiosa tariffa di 8 euro al sacco.

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La Corte di cassazione, con la sentenza 43710, ha accolto la tesi della pubblica accusa e annullato il verdetto, invitando il Tribunale del riesame di Catania a rivedere la decisione. Tenendo presente che il reato di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti, può essere contestato anche quando solo una parte delle molte attività da compiere nel giro di gestione dei rifiuti sia svolta in forma organizzata «avvalendosi di una struttura a ciò anche solo in parte deputata e a fine di ingiusto profitto».

Con l’ordinanza contestata dal Pm il tribunale aveva “cancellato” il sequestro preventivo, diretto o per equivalente, fino a raggiungere una somma di oltre 460 mila euro sui beni dell’indagato Francesco Giannino, titolare della “Mediterranean shipping agency” e agente marittimo per conto dei centri operativi di Bruxelles e Amsterdam della organizzazione non governativa Medici senza frontiere. Giannino, ricostruiscono i giudici, svolgeva più compiti: dalla predisposizione di documenti relativi agli arrivi e alle partenze delle navi Ong nel porto di Augusta, alla gestione dei contatti con le sub agenzie presso gli altri porti italiani di approdo, fino all’organizzazione delle forniture di bordo e dei materiali inclusi nei kit dati ai migranti soccorsi.

In questo ambito si inseriva anche la gestione dei rapporti con i fornitori dei servizio di raccolta dei rifiuti prodotti a bordo delle navi Ong. Ad avviso dei giudici è emersa «la sistematica illecita miscelazione dei rifiuti sanitari infetti prodotti a bordo di tali navi (costituti da indumenti indossati dai migranti, scarti degli alimenti loro somministrati, materiali utilizzati per l’assistenza medica a bordo) con quelli solidi urbani o speciali non pericolosi, così eludendo, a fine di profitto, le disposizioni concernenti il trattamento di rifiuti infetti».

Per la Cassazione il quadro è compatibile con l’utilizzo della struttura imprenditoriale per organizzare la gestione dei rifiuti allo scopo di ottenere un duplice risultato: il risparmio di spesa per le Ong e l’aumento del giro d’affari per Giannino. E non bastano ad escludere il reato la semplicità delle operazioni di raccolta e conferimento né la mancata prova della consapevolezza degli incaricati della raccolta e dello smaltimento. È dunque sbagliata la conclusione del riesame sulla non configurabilità del reato a causa dell’assenza di mezzi e risorse nell’ambito di una struttura anche rudimentale. Ora il Tribunale dovrà rivedere il suo verdetto in linea con le indicazioni fornite dai giudici di legittimità.

Ma intanto, le due Ong colpevoli di avere scaricato rifiuti infetti – oltre che clandestini – in Italia, oggi ne scaricheranno altri 104 a Pozzallo.




2 pensieri su “Ong di Ocean Viking ha scaricato in Italia rifiuti infetti: lo conferma Cassazione”

  1. La poca attenzione o comportamenti criminali come quella infermiera rumena all’ospedale di Genova che senza usare guanti dopo aver raccolto sangue da terra di un’altro paziente voleva farmi il prelievo, lo avevo raccontato in un’altro post, questi criminali vanno sospesi dal servizio e indagati dalla procura per tentato omicidio, in quanto alcuni pazienti possono essere infetti da virus letali quali aids o altre 1000 malattie trasmissibili. Io ho fatto un’esposto ai Nas, ma ricordiamoci che nel momento in cui uno sta male perde provvisoriamente la facoltà di tutelarsi e difendersi da individui di questo tipo, sono loro che devono espletare le formalità igieniche senza che sia il paziente a chiedere le precauzioni.

  2. Bloccare le navi delle ONG e affondarle una volta entrate in Italia col rimpatrio dei clandestini. Per ora, in Italia, le ONG stanno facendo quello che vogliono, vanno in Libia, caricano e poi scaricano in Italia. Assurdo.

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