Pusher sfotteva carabinieri: “In 1 giorno guadagno stipendio di 1 mese”

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Gli immigrati stanno facendo i lavori che gli italiani non vogliono più fare: spacciare. Presidiano il territorio in modo capillare, facendo crollare il prezzo e quindi aumentare le potenziali vittime del loro traffico di morte.

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In questo senso è rivelatrice la storia criminale di un extracomunitario che era arrivato da pochi giorni in Italia. Molti vengono esclusivamente per spacciare. E vanno dove il traffico di droga non era ancora arrivato. Penetrano anche nei piccoli paesi. Portano la droga dove non c’era: portano efficenza in un sistema che non aveva abbastanza manodopera, direbbero i cultori del liberismo.

Appena arrivato aveva subito trovato un alloggio che usava come base di spaccio. Una dose in cambio di 60 euro. Nessuno sconto, il prezzo era uguale per tutti.

Quando venne sorpreso dai militari nell’attimo in cui stava cedendo una dose al suo “acquirente”.

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La dichiarazione del pusher ai Carabinieri spiega tutto: “Sono arrivato da poco in Italia: mi sono messo a spacciare perché in un giorno guadagno quello che avrei incassato in Albania in un mese di lavoro vero“.

Il dramma è che dall’Albania si può entrare senza visto. Questo facilita molto il flusso di spacciatori. Grazie a Macron, che ha posto il veto, almeno non potrà entrare in UE nel prossimo futuro.

I militari hanno accertato durante l’arresto, che le persone risultate acquirenti, avevano un’età che varia dai 17 ai 55 anni: liberi professionisti, operai, studenti, di entrambi i sessi, tutti con il “maledetto” vizio per la coca. Che non avrebbero coltivato, se non ci fossero stati ‘loro’.

L’immigrazione fa alla diffusione della droga quello che la liberalizzazione delle slot sta facendo alla ludopatia.

Non puoi lasciare che a decidere sia il mercato. Perché il mercato, prima di ‘stabilizzarsi’, uccide.