Prima gli immigrati in ospedale, pazienti: “Noi italiani passati in secondo piano” – VIDEO

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“Noi italiani siamo un po’ passati in secondo piano su tutto, anche sulla sanità”: è così che si sfogava un uomo, un italiano, in attesa al pronto soccorso dell’Ospedale San Paolo di Milano, alle telecamere nascoste di “Quarta Repubblica”, trasmissione su Rete 4.

“L’altro giorno c’era una ragazza musulmana in stato di gravidanza, e il marito non ha assolutamente voluto che la visitasse un medico uomo. Sono dovute intervenire due dottoresse e quindi l’attesa si è prolungata per tutti”.

La fila può arrivare fino a due ore anche per un semplice codice verde: “Magari arrivano degli stranieri, con la scusa che non capiscono la lingua li fanno passare subito e così tutto rallenta”. E poi vogliono che gli italiani paghino le tasse, per mantenere ‘loro’.

Ma i pazienti italiani si sono abituati a subire, se ne accorgono, ma non protestano: “Brontolo un po’ è ovvio, ma se tu fossi un medico li manderesti via?”. Noi sì, a calci in culo. Ci invadono perché non reagiamo con la giusta e sana violenza ai loro soprusi.

Dobbiamo riprenderci l’Italia. A costo di fare le ronde negli ospedali. Gli italiani dovrebbero avere la precedenza, siamo in Italia. Invece ce l’hanno gli altri.

Ad esempio, garantiamo la sanità gratis a mezzo milione di irregolari:

Cure gratis e tessera sanitaria anonima per 500mila clandestini

E’ evidente che così non può funzionare. Infatti, in nessun Paese di immigrazione esiste la sanità pubblica universale: negli Usa è privata. Proprio perché non può reggere il peso all’arrivo continuo di immigrati che non hanno mai pagato le tasse.

L’Italia, invece, riconosce agli «stranieri irregolarmente presenti» sul territorio nazionale una corsia preferenziale, riservata ed esclusiva, in cui sono garantite cure e prestazioni che gli italiani possono solo sognare.

Basta un tesserino (Stp) e si ha la strada spianata nell’accesso alle prestazioni di una delle migliori sanità del mondo, soprattutto con un medico «di manica larga» o l’ausilio di associazioni di volontariato più o meno ideologicamente impegnate. E non si tratta solo di interventi urgenti o salvavita, come sarebbe comprensibile, e in linea con giuramenti e deontologia.

Si va molto oltre «le cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti o essenziali», chiarisce il medico che decide di parlarne. Ne ha avuto diretta esperienza. E spiega di cosa sta parlando: «Per esempio una visita dal diabetologo per la glicemia, o le lastre al torace, o le cure dentarie».

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Protesi, occhiali e ogni ausilio medico gratis, per non parlare della completa esenzione per l’acquisto di medicine».

Il tesserino si chiama Stp (Straniero temporaneamente presente) e può essere chiesto «presso qualsiasi Asl».

Di queste opportunità dà conto la prefettura di Roma: il tesserino è valido 6 mesi – informa sul suo sito – ma «rinnovabile». Si rivolge allo straniero irregolare: «Puoi anche chiedere che il tesserino sia rilasciato senza l’indicazione del tuo nome e cognome».

E assicura i clandestini: «L’accesso alle strutture sanitarie non può comportare alcun tipo di segnalazione alle pubbliche autorità. Tieni comunque presente che in alcuni casi (motivi di ordine pubblico o per altri gravi motivi) la pubblica autorità potrà ottenere il referto, come avviene anche con i cittadini italiani».

Insomma, stai tranquillo, caro clandestino, puoi farti i denti nuovi a spese degli italiani. E nessuno mai ti denuncerà. Poi, potrai andare alla tendopoli del Baobab e stuprare.

«Attraverso il Pronto soccorso è possibile accedere a ogni cura – spiega il medico -. L’emergenza urgenza acuta viene garantita a tutti, però qui si parla di prestazioni banali, rese a persone esplicitamente irregolari, mentre gli italiani se le pagano, o rinunciano dovendo scegliere se curare l’una o l’altra fra più patologie».

«Queste persone hanno tutto – prosegue – e molti lo esigono, con arroganza, e in genere i medici concedono tutto, per non essere accusati di razzismo. Appuntamenti, attese brevi, ricette bianche, hanno capito tutto e sono imbeccati dalle associazioni di volontariato».




3 pensieri su “Prima gli immigrati in ospedale, pazienti: “Noi italiani passati in secondo piano” – VIDEO”

  1. Non ricordo se vi ho raccontato un fatto di malasanità accaduto a Genova pochissimo tempo fa al San Martino un italiano di 53 anni è morto per un intervento al cuore mai eseguito. Era arrivato con un infarto ma lo hanno ripreso per il rotto della cuffia, rimasto in terapia intensiva pochissime ore è stato mandato a casa con la promessa che gli avrebbero fatto l’intervento per un’altra occlusione in un arteria, ma nel frattempo dimesso, è deceduto. Io ravviso la volontà di non salvare un connazionale per liberare spazio e risparmiare denaro delle pensioni.
    Se i poliziotti hanno ricevuto ordini dai superiori che non devono reagire alle violenze straniere, sono certa che i medici hanno ricevuto ordini di NON SALVARCI!

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