Potrebbe essere Torino ad ospitare la prima banca islamica in Italia. Se ne discuterà in occasione della quarta edizione del ‘Turin Islamic Economic Forum’ (Tief), in programma a Torino dal 28 al 30 ottobre prossimo.Con l’obiettivo di favorire “l’integrazione sociale e l’innovazione finanziaria” attraverso l’approfondimento della conoscenza delle regole e delle “opportunità offerte dalla finanza islamica”.
La finanza islamica è infatti legata al meccanismo dello “zakat”. Attraverso cui vengono finanzianti gruppi terroristici in tutto il mondo.
La possibilità di aprire la prima banca islamica d’Italia a Torino entusiasma la giunta grillina, «è l’ennesimo esempio di una grandissima collaborazione tra istituzioni che vogliono far crescere la città. Un progetto molto forte in cui crediamo», sottolinea l’assessore grillino Alberto Sacco.
Alla vigilia del Forum islamico interviene anche il sindaco di Torino, Chiara Appendino «La strada percorsa da Torino nella direzione dello sviluppo economico, delle relazioni con enti e imprese e degli scambi culturali incrocia, con reciproci vantaggi, quella lungo cui si muovono istituzioni e imprese dei Paesi islamici. Si tratta – sottolinea ancora il sindaco M5s – di un incontro senza dubbio proficuo per entrambe, che trova nel Turin Islamic Economic Forum, giunto quest’anno al quarto appuntamento, un’importante occasione per moltiplicare le opportunità di investimento e di collaborazione tra istituzioni e aziende del nostro territorio con il mondo della finanza islamica».
Mutui su misura, senza interessi. Strumenti ‘sharia compliant’ che rispettino le regole della finanza islamica, in attesa che sbarchi presto in città la prima banca islamica d’Italia e così l’islamizzazione sia completa.
Nel 2017, intervistata da Maria Latella su Sky, Appendino, aveva ricordato che la «finanza islamica non è solo possibilità di raccogliere opportunità economiche, con finanziamenti in infrastrutture e aziende, ma è anche un tema di integrazione».
Ad esempio, i musulmani non possono «comprare case», visto che i mutui sono vietati dal Corano insieme a qualsiasi strumento finanziario che comporti degli interessi passivi. E allora vanno agevolati, ribadiva la grillina, perché solo così ci può essere vera «integrazione». Tanto che per loro il Comune studiava delle alternative su misura, delle «possibilità di accedere al credito senza violare le prescrizioni del Corano permettendogli di acquistare una casa o di aprire una attività». Allo studio della giunta c’era un protocollo da predisporre con i tribunali che consenta agli acquirenti musulmani il pagamento a rate sulle vendite a incanto. Ma nel mercato immobiliare interno ci sono anche intere aree urbane «che stiamo mappando» per incentivare insediamenti appetibili ad acquirenti e istituti finanziari del Medio Oriente.
Il progetto di una città halal friendly di Appendino a spiegato qui:
Torino, Appendino vuole una città a misura di Sharia: ospedali ‘halal’
Animali sgozzati in modo brutale e totalmente inconsistente con le minime regole di rispetto del loro dolore, e svendita ai potentati arabi. Islamizzazione della città favorendo l’acquisto di case agli immigrati islamici. Questo è un piano scientifico di distruzione sociale.
Insomma, Torino sembra voglia diventare, sotto il mullah Appendino, una sorta di paradiso islamico:
Appendino approva museo gratis solo per islamici: “E’ giusto”
cazzi loro
cazzi nostri non loro
Com’era quella:’l’islam ha ragione sulle donne’.(islam is right about women)La sindaca ha deciso di aderire all’iniziativa.