Smantellata cellula jihadista: “Un esercito di kamikaze sui barconi per l’Italia”

Vox
Condividi!

Presa cellula jihadista: “Portavano clandestini in Italia” – La procura della Repubblica di Palermo ha chiuso le indagini preliminari dell’operazione “denominata Abiad” in seguito alla quale è stata smantellata una organizzazione dedita al contrabbando di sigarette, al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

La Procura ha chiuso le indagini premilianri dell’operazione Abiad.

VERIFICA LA NOTIZIA

Tra i reati contestati contrabbando di sigarette, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina ma anche istigazione a commettere più delitti in materia di terrorismo.

L’atto – (che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio) – è stato notificato agli indagati: Mongi Ltaief e Aymen ouafi, tunisni; Mohamed El Kouch, marocchino; Michele Mercurio e Salvatore Sutera, entrambi di Palermo; Aymen Fathali, tunisino (arrestato in Germania). Risultano tuttora irreperibili (e latitanti) i tunisini Khaled Ounic, Anis Beltaief , Taufik Naoui e Ahmed Khedr. L’operazione era stata eseguita, nel gennaio scorso, dai carabinieri del Ros e del comando provinciale di Palermo. Sono Ahmed Khedr e Khaled Ounich, entrambi tunisini, i due capi dell’organizzazione transnazionale accusati di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma, soprattutto, sarebbero loro – secondo il Ros e i magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Palermo – i soggetti contigui ad ambienti jihadisti.

Terroristi islamici in Italia coi gommoni, Ros ne arrestano 15

Con l’aiuto esterno di un gruppo criminale internazionale (la mafia nigeriana? Isis?) gli indagati avrebbero favorito operazioni di “ingresso illegale di immigrati clandestini e attività abusiva di intermediazione finanziaria finalizzata ad attività sovversive”. Ecco chi, probabilmente, finanzia anche le Ong. E, forse, anche molti politici.

Vox

Per i pm di Palermo – la città di Orlando Cascio – l’organizzazione rappresenta “una minaccia alla sicurezza nazionale perché in grado di fornire un passaggio marittimo sicuro e celere particolarmente appetibile per persone ricercate dalle forze di sicurezza tunisine o sospettate di connessioni con formazioni terroristiche”.

Tutto parte dalle rivelazioni di un jihadista. L’ex terrorista islamico ha svelato agli investigatori l’esistenza della rete terrorista che gestiva l’ingresso in Italia di clandestini provenienti dalla Tunisia. Dando così il là alla “Operazione Abiad”.

“Vi sto raccontando quello che so perché voglio evitare che vi troviate un esercito di kamikaze in Italia“, ha rivelato il jihadista dopo l’arresto.

“Per arrivare in Italia i migranti pagavano fino a 5000 dinari tunisini (poco meno di 1500 euro) se erano clandestini incensurati, il doppio se si trattava di ricercati, anche per terrorismo”.

In particolare uno degli arrestati sarebbe colpevole di avere istigato al terrorismo sui social, inneggiando all’Isis e invitando tutti i suoi followers a compiere stragi in nome di Allah. “Il martirio e la jihad la sola via per aspirare al paradiso”, scriveva l’indagato. Non mancavano video di decapitazioni, foto di propaganda jihadista e l’iscrizione al gruppo “Quelli al quale manca il paradiso”. L’uomo risulterebbe connesso, secondo i pm, “ad ambienti terroristici a sfondo jihadista pro Isis in favore di cui, attraverso la sua pagina Facebook, ha posto in essere una significativa azione di propaganda jihadista con incitamento alla violenza ed all’odio razziale”.

“Sussistono significativi ed univoci elementi – dicono i pm – per ritenere che l’organizzazione in esame costituisca un’attuale e concreta minaccia alla sicurezza nazionale poiché in grado di fornire a diversi clandestini un passaggio marittimo occulto, sicuro e celere che, proprio per queste caratteristiche, risulta particolarmente appetibile anche per quei soggetti ricercati dalle forze di sicurezza tunisine, in quanto gravati da precedenti penali o di polizia ovvero sospettati di connessioni con formazioni terroristiche di matrice confessionale”. Concludono sostenendo che si tratta di una “attuale e concreta minaccia alla sicurezza nazionale” con il rischio di “terrorismo di matrice jihadista”.

Sono tra noi. E sono arrivati coi barconi. Conte preferisce l’aereo.