A Roma, nel quartiere popolare di Pietralata, è rivolta contro lo sfratto di 7 famiglie italiane deciso dal Comune di Roma. Che è a caccia di case da dare a rom e immigrati
“Gente per bene – assicura Fabrizio Montanini, portavoce del Coordinamento d’Azione del IV Municipio – che si è vista costretta a occupare degli scantinati perché non sapeva dove altro andare”.
Gli immobili in questione, accatastati come magazzini, sono di proprietà del Comune di Roma. Si trovano in via Silvano, dove spiccano manifesti di solidarietà appesi ai balconi dei palazzi: “Noi – c’è scritto – siamo dalla parte degli sfrattati”. È solo l’assaggio di una mobilitazione più grande. “Nei prossimi giorni – annuncia Montanini – organizzeremo proteste più forti con assemblee pubbliche e manifestazioni”.
“Ci costringono a lasciare le nostre case in quindici giorni”, spiega a IlGiornale.it Elisabetta, che vive nei magazzini dal 2001, assieme al marito e alle sue cinque figlie. L’unica opportunità che gli si prospetta è quella della separazione: “Io e le bambine andremo in una casa famiglia, mio marito invece si dovrà arrangiare”. Pagare un affitto sarebbe impossibile. “Guadagno 800 euro al mese e mio marito è disoccupato, quello che abbiamo ci basta appena per sopravvivere”. La loro non è l’unica situazione critica. Nei locali abitano anche due disabili e una decina di minori. “La maggior parte di noi – prosegue Elisabetta – ha la residenza qui e paga le utenze, quello che chiediamo è di essere regolarizzati”.
Ma il Comune grillino ha un piano. Un piano che non prevede italiani. Da un lato stanno cacciando gli italiani ‘abusivi’, dall’altro, favoriscono nelle graduatorie rom e immigrati: in questo modo stiamo assistendo ad una sostituzione etnica nelle case e locali patrimonio del Comune.
Ma non basta. realizzare almeno 40 mila appartamenti di edilizia popolare, “con obiettivo di un mix sociale fra gli abitanti della Capitale, ovvero abitazione e integrazione fra le famiglie appartenenti alle diverse etnie”. L’hanno scritto davvero, i grillini.
Per la precisione, la proposta di iniziativa popolare è stata firmata dai consiglieri 5 Stelle Calabrese, Iorio, Angelucci, Sturni, Agnello, Diaco, Stefàno, Penna, Bernabei, Ferrara, Chiossi, Simonelli, Diario, Zotta, Paciocco, Donati, Catini, Pacetti e Di Palma e contenuta nell’ordine del giorno n.49 dal titolo “Linee guida per una ricognizione finalizzata ad una variante urbanistica del Piano Regolatore Generale”. Piano che Vox riporta integralmente tra qualche capoverso.
In pratica, vogliono rivoluzionare il Piano regolatore di Roma per dare le case a rom e immigrati, imponendo la loro presenza ai cittadini: per un ‘mix etnico’. Integrazione forzata.
Il tutto, attraverso l’adozione di una Variante Generale. L’atto è stato varato dalla Commissione Urbanistica dello scorso 20 settembre e da allora la macchina della propaganda lo ha pubblicizzato come il “nuovo di sogno di Roma” con meno consumo di suolo grazie al recupero di aree pubbliche abbandonate o aree private da espropriare.
Al punto 2 degli obiettivi del piano urbanistico a 5 Stelle c’è il progetto sintetizzabile come “case ai rom”. Si legge che il Comune intende avviare un programma di edilizia residenziale in ambiti di rigenerazione urbana all’interno del Grande raccordo anulare, “con obiettivo di zero consumo di suolo e mix sociale fra gli abitanti della Capitale, ovvero abitazione e integrazione fra le famiglie appartenenti alle varie etnie e alle differenti classi di reddito presenti nel territorio capitolino”.
Presto, se non li cacciamo, vi costringeranno a portarveli nei vostri letti.
Il programma cancella uno dei capisaldi dell’Urbanistica, cioè la legge Tognoli che obbliga chiunque costruisca un’abitazione a prevedere un parcheggio pertinenziale per le auto. Il bizzarro piano a 5 Stelle prevede invece che per 40 mila unità abitative si vada in deroga, rinunciano ai parcheggi di pertinenza, e che l’assegnazione delle case sia regolata “dalla rinuncia dell’autovettura di singola proprietà, in ogni caso a nuclei di minimo due persone, di cui, per ogni 100 abitanti insediati nello stesso intervento”. Insomma, la graduatoria per l’eventuale assegnazione delle case, prediligerà chi dichiarerà di rinunciare all’auto. Finirà che poi le auto ci saranno lo stesso ma senza parcheggi. Ma per comprenderlo ci vogliono neuroni che i grillini non posseggono.
Questi vanno rimossi.