Erdogan tiene in ostaggio 50 bombe nucleari americane ad Incirlik

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Trump, giustamente, è stufo di sperperare denaro e sangue americano in guerre che dal punto di vista americano e degli interessi americani sono inutili e senza fine, in faide etniche vecchie millenni. Ma il ritiro dell’impero crea e creerà un periodo di caos.

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Cosa potrebbe accadere, ad esempio, se i turchi dovessero, di nuovo ‘per errore’, aprire il fuoco su uno dei circa 1.000 soldati americani che, ora, si preparano a ritirarsi dalle loro posizioni all’interno della Siria? Quelle truppe sono di fatto intrappolate, poiché la Turchia, con la propria avanzata, ha tagliato le vie di evacuazione via terra; la loro uscita potrebbe richiedere un ponte aereo.

E durante il fine settimana, i funzionari Usa del Dipartimento di Stato e dell’Energia stavano anche analizzando i piani di evacuazione di almeno 50 armi nucleari tattiche che gli Stati Uniti hanno da tempo, sotto il controllo americano, alla base aerea di Incirlik in Turchia, a circa 400 chilometri dal confine siriano. Un po’ come quelle che hanno ad Aviano. E non solo ad Aviano.

Quelle armi, ha spiegato un alto funzionario, ora sono essenzialmente ostaggio di Erdogan. Farle uscire da Incirlik significherebbe segnare di fatto la fine dell’alleanza turco-americana. Mantenerle lì, tuttavia, è perpetuare una vulnerabilità nucleare che avrebbe dovuto essere eliminata anni fa. Molto prima di Trump.

“Penso che questo sia il primo caso di un paese con armi nucleari statunitensi di stanza che spara letteralmente artiglieria contro le forze statunitensi”, ha scritto Jeffrey Lewis del James Martin Center for Nonproliferation Studies la scorsa settimana.

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Da parte sua, Erdogan sostiene le sue ambizioni nucleari: solo un mese fa, parlando ai sostenitori, ha detto che “non può accettare” regole che impediscono alla Turchia di possedere armi nucleari proprie.

“Non esiste una nazione sviluppata al mondo che non le abbia”, ha detto.

Più che altro non esiste nazione sovrana che non le abbia. Noi, infatti, non le abbiamo. Abbiamo quelle americane. Ma se la Turchia le usa come ostaggio…forse.

Immaginate un governo sovranista che va al potere – parliamo un vero governo sovranista, non Salvini e Meloni, che sono comunque il migliore dei mondi possibili – e decide: sapete cosa? Ora le vostra bombe nucleari sono nostre, e avete una settimana per togliervi dalle palle, visto che è passato quasi un secolo da quando ci avete ‘liberati’.




4 pensieri su “Erdogan tiene in ostaggio 50 bombe nucleari americane ad Incirlik”

  1. Lo sostengo da sempre, sul NOSTRO territorio ci sono almeno 90 testate nucleari, basterebbe circondare i siti ed impedirne accesso ed uscita per sottrarre alla NATO il controllo che esercita sul NOSTRO Paese.

I commenti sono chiusi.