Ci stanno sostituendo: “Non è immigrazione, è un’invasione”

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Intervista del Giornale a Renaud Camus, che per primo ha coniato il termine “Grande Sostituzione” per descrivere l’invasione che stiamo vivendo.

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La sostituzione del popolo francese e di tutta l’Europa prima che del multiculturalismo è figlia dell’immigrazione?

«Immigrazione è un termine anacronistico rispetto ai nostri giorni. Ed è lemma utilizzato dai bugiardi, dai collaborazionisti. Oggi siamo vittime di invasione, colonizzazione, precipitazione etnica».

Ma per tanti non può essere biasimata, specie al cospetto della violenza diffusa.

«Violenza, delinquenza grande e piccola, ciò che chiamo nocence, sono tutti mezzi di conquista. È assurdo sostenere che non ci sia colonizzazione e conquista perché non esiste, ufficialmente, esercito conquistatore. L’esercito conquistatore sono quanti rendono impossibile la vita agli indigeni».

La «grande sostituzione» è lo scenario inevitabile o solo il più credibile?

«La grande sostituzione è semplicemente il nome di un crimine contro l’umanità in corso mentre parliamo: la distruzione degli europei, dell’Europa e della sua civiltà».

Che cosa ha scatenato la morte per inedia dell’Europa?

«Tutto inizia con la piccola sostituzione, che ha sostituito la cultura europea con una subcultura, divenendo condizione della grande sostituzione: la scuola e il suo insegnamento dell’oblio; il mondo dell’intrattenimento dalla televisione allo sport che concorre a un massiccio rincretinimento , e infine le droghe, la cui distribuzione è nelle mani dell’occupante».

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Perché gli immigrati sono l’arma dei nuovi comunisti?

«Gli immigrati sono l’arma della sostituzione globale, una miscela di ultra-liberalismo finanziario e post-industriale, del taylorismo e fordismo (le componenti essenziali), del totalitarismo dei campi di concentramento, eredità di nazismo e comunismo sovietico, sì, e infine l’antirazzismo genocida».

Un po’ quello che sostiene Richard Millet circa l’ideologia antirazzista, costretta ad inventarsi il razzismo per giustificare il terrore permanente che esercita su tutti, a cominciare dagli scrittori.

«Il razzismo ha rovinato l’Europa, ma l’antirazzismo l’ha resa una baraccopoli impazzita e iperviolenta. E la novità è che oggi l’antirazzismo è molto più pericoloso del razzismo. Una volta era la protezione legittima di razze particolarmente a rischio: oggi ha cambiato totalmente direzione, e indica la volontà genocida di farle sparire tutte. Di fonderle in Materiale Umano Indifferenziato (MHI), conforme ai voti alle industrie umane, che richiedono un uomo intercambiabile. Il razzismo dovrebbe cambiare significato e designare l’amore per le razze, il desiderio della loro felice conservazione per tutti. Quanti si oppongono al remplacement sono i veri ecologisti: gli unici a lottare davvero per la biodiversità umana e culturale».

Siamo nel mezzo di un «crimine contro l’umanità» e nessuno sta facendo nulla per contrastarlo?

«La gente è drogata, inebetita, paralizzata dall’eterna propaganda e da sensi di colpa. Mai nella storia gli strumenti di controllo della mente sono stati così raffinati e pervasivi. Allo sterminio degli ebrei, l’Europa ha scelto di rispondere con la distruzione degli stessi europei e della loro civiltà. Meno assassinii, ma tutto molto più organizzato. Iniziando dalla piccola sostituzione culturale in modo che nessuno si rendesse conto di niente , per arrivare alla grande sostituzione, etnica e politica. Basta guardare la linea della Merkel: per espiare la Shoah causa un olocausto al suo Paese, destinando il suo popolo alla sparizione. L’Europa non smetterà mai di pagare il crimine commesso contro gli ebrei. Eppure nella sua follia accoglie i musulmani, che ovunque fanno scappare gli ebrei».

Nella lotta per la sopravvivenza della civiltà europea, immagina una convergenza tra Israele e l’Europa?

«Assolutamente sì. Israele è il modello di tutte le affiliazioni, il loro fondamento epistemologico e morale. È anche un modello di resistenza e coraggio, intelligenza e determinazione, in un mondo ostile che vuole la sua fine. Israele è l’abisso (nell’accezione araldica e letteraria) del mondo e della civiltà occidentale».

L’islam sta diventando una religione globale capace di soppiantare il cristianesimo con la jihad?

«Il cristianesimo sta abbandonando l’Europa. Esclusi i monumenti, ha a malapena le caratteristiche di una religione vivente. Così, poco spirituale e teologica, è solo un insieme di valori, che si confà a un sindacato più che a un credo. Specie se questo deve affrontare un’altra religione, giovane, dinamica, in espansione. Adorata dai suoi fedeli perché promette loro anche il dominio del mondo».




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