Esclusa da squadra calcio a 5 perché è contro l’immigrazione

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Da una settimana aveva iniziato ad allenarsi con la squadra femminile di calcio a 5 dell’associazione sportiva Quadrato meticcio, che nel proprio statuto ha tra i valori portanti l’impegno contro il razzismo e l’inclusione dei migranti. Poi Elvira Bello, esponente padovana di Fratelli D’Italia, ha pubblicato sui social post contro l’immigrazione e la squadra l’ha estromessa. Immaginate fosse accaduto il contrario.

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Bello è la coordinatrice del circolo di Cadoneghe (Padova) di Fratelli d’Italia. Aveva contattato la squadra per riprendere l’attività sportiva. Dopo una settimana di allenamenti, però, non le è stato più consentito di continuare.

Il Quadrato Meticcio ritiene che le scelte politiche condivise dalla giocatrice siano incompatibili “con i valori etici dell’associazione, oltre che con quelli del Coni”. Il presidente, Mattia Boscaro, precisa tuttavia che “una decisione definitiva in merito all’esclusione non è stata ancora presa, essendo in atto una discussione interna tra i componenti l’associazione”.

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Lei ora fa sapere di non avere intenzione di tornare in un gruppo che “non la vuole” e di aver nel frattempo “ricevuto molte offerte”: “Già martedì prossimo mi allenerò con un’altra squadra”. Si ritiene vittima di “una discriminazione odiosa” e spiega che “se fosse successo a qualcuno di un altro partito mi darebbe fastidio lo stesso” perché “lo sport è sport e la politica è politica. Da parte mia non c’è mai stata una parola scorretta o un gesto di offesa. Sono anche una mamma e spero che non succeda lo stesso a qualche ragazzino”.

Certo che scegliersi una squadra ‘Quadrato Meticcio’…E comunque: il calcio non è uno sport femminile. Questo non toglie che non si caccia qualcuno per motivi politici o per quello che pensa.




Un pensiero su “Esclusa da squadra calcio a 5 perché è contro l’immigrazione”

  1. Il vecchio Coni, al quale ero iscritta da giovane, effettivamente aveva delle regole in tal senso, ma intanto parliamo del “1919” quando ognuno stava a casa sua e se lo sportivo dal terzo mondo andava a combattere/gareggiare all’estero non si sognava certo ad uccidere o derubare gli autoctoni.
    Dal momento che il mondo intero è profondamente cambiato devono considerare riunendosi delle pressioni e paure che affliggono le donne in un momento così difficile ed assolvere la sportiva perché le minacce percepite sono reali e non c’entrano nulla con lo sport. Personalmente la vedo durissima comunque può tentare.

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