L’uomo di Trump a Roma: a caccia di prove sul ‘complotto italiano’

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Il 15 agosto e il 27 settembre William Barr avrebbe incontrato alti funzionari “non operativi” del Dis

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Confermata la visita del procuratore generale William Barr in Italia. Barr è arrivato in Italia la scorsa settimana dove ha incontrato i funzionari del governo italiano venerdì. Secondo ex funzionari del Dipartimento di Giustizia, Barr avrebbe chiesto la collaborazione di alcuni Paesi stranieri – tra cui l’Italia – e la consegna di alcuni documenti relativi al tentativo di condizionare le elezioni del 2016, con l’intento di impedire l’elezione di Trump.

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“Come precedentemente annunciato dal Dipartimento di Giustizia, un team guidato dal procuratore americano John Durham sta indagando sulle origini dell’attività di controspionaggio degli Stati Uniti durante la campagna presidenziale di Trump 2016”, ha dichiarato Kerri Kupec, portavoce del Dipartimento di Giustizia. “Durham sta raccogliendo informazioni da numerose fonti, tra cui un certo numero di Paesi stranieri. Su richiesta del procuratore generale Barr, il presidente Trump ha contattato altri Paesi per chiedere loro di presentare il procuratore generale e Durham ai funzionari appropriati”. Deve esserci quindi stata una telefonata fra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e Donald Trump: è qui che si deve inserire il tweet su Giuseppi: ha pagato una cambiale.

Il ministro della Giustizia americano, William Barr, si sarebbe infatti recato a Londra e in Italia per incontrare funzionari d’intelligence nell’ambito del Russiagate. Lo rivela il Washington Post, scrivendo che Barr è stato la settimana scorsa nel nostro paese assieme a John Durham, il procuratore da lui incaricato di indagare sulle origini dell’inchiesta del Russiagate, soddisfacendo le richieste di Donald Trump alla ricerca di prove del complotto ordito dai democratici e dal deep state.

Barr ha chiesto aiuto per le indagini di Durham: ‘spygate’. Non è la prima volta che Barr viene in Italia per incontrare funzionari dell’intelligence italiana alla ricerca di prove sulla natura americana del Russiagate.

Un funzionario dell’ambasciata americana a Roma ha rivelato al giornale americano Daily Beast che quella di William Barr è stata una visita inaspettata. Che Barr e Durham erano particolarmente interessati da ciò che i servizi segreti italiani sapevano sul conto di Joseph Mifsud, il docente maltese della Link University (università vicina al M5s, in cui insegnava l’ex ministro Tretna) di Roma al centro del Russiagate americano, colui che per primo – secondo l’inchiesta del procuratore Robert Mueller – avrebbe rivelato a George Papadopoulos l’esistenza delle mail compromettenti su Hillary Clinton. Clamoroso il proseguo dell’articolo del Daily Beast, secondo il quale Joseph Mifsud avrebbe fatto domanda di protezione alla polizia in Italia dopo essere “scomparso” dai radar e dalla Link University di Roma, dove lavorava.

Mifsud avrebbe fornito una deposizione audio nella quale spiegherebbe perché “alcune persone” potrebbero fargli del male. Una fonte del ministero di Giustizia italiano, parlando a condizione di anonimato, avrebbe confermato che Barr e Durham hanno ascoltato il nastro e ci sarebbe stato uno scambio di informazioni fra i procuratori americani e l’intelligence italiana.