Salvini ha respinto in altri porti 14 navi Ong con 2mila clandestini a bordo: ora sbarcano tutti qui

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L’accordo di Malta apre i porti italiani alle Ong. Istituzionalizzando il traffico ‘umanitario’ dalla Libia. Lo fa con la bufala della ‘rotazione volontaria dei porti’. In pratica, ogni volta che punteranno l’Italia, qualche Paese dovrà offrirsi come alternativa: volontariamente.

Inutile dire di quale stupidaggine si tratti. Questo avveniva già con Salvini, solo che erano costretti a farlo perché lui teneva le navi delle Ong fuori dai nostri porti:

Di queste, quattordici è riuscito a farle sbarcare altrove, per un totale di oltre 2mila clandestini. Le altre sono state fatte entrare nonostante Salvini, in quasi tutti i casi da Patronaggio. Ora, invece, saremo noi a dovere elemosinare un ‘porto alternativo’. Un successone.

Il povero Conte Giuseppi ha provato a fare buon viso a cattivo gioco, rivendicando il flop come un improbabile successo: “Provocare e basta era inutile”, ha detto, accusando l’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Conte ha avuto addirittura la faccia tosta di intimare alle Ong il rispetto delle leggi italiane: sarà semplicissimo rispettarle, per loro, visto che ora i porti sono aperti. E che il loro traffico è stato di fatto legalizzato.

Peccato che l’accordo raggiunto ieri a Malta non solo riapre tutti i porti del nostro Paese a clandestini, organizzazioni non governative e scafisti, ma di fatto assolve tutti gli altri Paesi europei dal farsi carico del peso degli sbarchi.

Non solo. Il meccanismo, che i ministri dell’Interno degli Stati membri stanno cercando di avviare, inquadra tutti i migranti come richiedenti asilo, senza distinzione in base ai Paesi di provenienza. Il che, di fatto, garantisce a tutti quanti il diritto di lasciare le coste del Nord Africa e tentare la fortuna nel Vecchio Continente. Verrebbe, infatti, a sgretolarsi la differenza tra i (pochissimi) profughi, che hanno effettivamente il diritto d’asilo, e i migranti economici che, ad oggi, rappresentano l’86% di quelli che sbarcano nei nostri porti.

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A detta di Conte la difesa dei confini territoriali, così come era stata concepita dalla porecedente maggioranza di governo, resta “una priorità” del nuovo esecutivo. “Non dobbiamo rinunciare al diritto di regolare gli ingressi nel nostro Paese e a combattere l’immigrazione clandestina”, promette assicurando che i decreti Sicurezza resteranno in vigore. Certo, per sua stessa ammissione, verranno presto rimaneggiati (e depotenziati) in parlamento per “recepire i rilievi del presidente della Repubblica”, ma “le navi che effettuano operazioni di search and rescue” continueranno a essere monitorate. “Non saranno tollerati comportamenti anomali – dice – come quello di spegnere il transponder per oscurare la loro posizione nelle acque internazionali. Dobbiamo pretendere da loro comportamenti trasparenti e massimamente corretti”. Ma comportamenti corretti, le Ong non ne hanno mai tenuti. E le linee del nuovo patto ricordano, purtroppo, la fallimentare operazione “Mare Nostrum”. Allora il 91% dei clandestini trasbordati nei nostri porti arrivarono tranquillamente a bordo di una imbarcazione messa in mare da una delle tante organizzazioni non governative che tifano immigrazione a tutto spiano.

L’accordo raggiunto a Malta – checché ne dica Conte – non è solo un bidone: è colpo durissimo alla sicurezza del nostro Paese. “Tante parole ma fatti zero, come in passato” per dirla con le parole di Salvini che, letto il profluvio di interviste rilasciate ieri dal premier, ha invitato Conte a ricordare i risultati raggiunti quando c’era lui al Viminale e a “mostrare rispetto per chi ha governato con lui per quattordici mesi, contribuendo a strapparlo dall’anonimato”. Dalla sua il leader del Carroccio ha numeri schiaccianti. In un anno al ministero dell’Interno ha ridotto gli sbarchi del 75% mentre in meno di un mese di esecutivo giallorosso sono arrivati quasi 1.500 clandestini. Un via vai del genere non si vedeva da almeno quattordici mesi. Ma dovremo abituarci di nuovo. Perché, una volta siglato l’accordo di Malta, gli arrivi saranno all’ordine del giorno. E non a colpi di dieci o quindici come con le navi “fantasma”, ma a ondate di svariate decine di disperati. Proprio come quando governava il Pd.

Quindi, con la politica Salvini, al netto di quelli che poi venivano ricollocati dopo lo sbarco, riuscivamo a ricollocarne fuori dall’Italia 2 su 3 con il semplice respingimento delle Ong. Ricorderete il primo caso: la Aquarius con centinaia a bordo spedita in Spagna.

Più quelli che poi venivano ricollocati dopo lo sbarco. Tutto compreso quasi il 90 per cento dei clandestini traghettati dalle Ong veniva mandato fuori dall’Italia. Ora, invece, bene che vada, riusciremo a liberarci del 50 per cento del 10 per cento.

E attenzione: facendoli sbarcare subito, aumenterà anche la frequenza dei ‘salvataggi’ e quindi il numero di clandestini traghettati dalle Ong. Che infatti sono già scatenate.

“La cosa importante – ha detto invece il nuovo ministro- è arrivare in Italia in sicurezza. In futuro dovremo anche pensare a un sistema di quote e corridoi umanitari“, ha precisato.

Quindi, secondo questi abusivi, l’importante non è respingerli, ma che non corrano rischi arrivando in Italia. Se poi sgozzano un italiano, che importa?

In pratica la Ue appalta alle Ong l’africanizzazione dell’Italia.