Prete voleva uccidere Salvini, ora provoca: “Soldi ai clandestini”

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Don Giorgio Capitani insiste e provoca dal suo blog

“Dopo l’interrogatorio, Salvini Matteo ha pensato bene di andarsene via tra gli inopportuni schiamazzi dei suoi fan leghisti, dopo che il Giudice monocratico Nora Lisa Passoni ha dichiarato rinviato il Processo per la mancanza di un testimone della parte lesa (che non era venuto senza che l’avvocato di Salvini avesse prima avvertito il Giudice della sua assenza)”

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“Matteo Salvini ha fatto lo show come era da prevedere, come la prima donna, come se lui fosse il Giudice del Tribunale, dettando quasi legge – scrive il sacerdote – Si è fatto bello dicendo che lui sarebbe pronto a ritirare la querela purché io chieda scusa e sborsi una certa cifra per i bisognosi”.

“Mi ritirerò in un convento per riflettere sulla proposta – risponde Don Giorgio – e dopo un anno di meditazione silenziosa darò la risposta. L’offerta ho già scelto a chi darla: ai primi profughi clandestini che arriveranno in Italia”.

La cosa vergognosa non è tanto lui, che evidentemente ha il cervello in convento da anni, il problema è la Chiesa che non lo ha spretato o ridotto al silenzio nonostante abbia invitato ad uccidere qualcuno.




5 pensieri su “Prete voleva uccidere Salvini, ora provoca: “Soldi ai clandestini””

  1. Invece Don Giulio Maria Tam lo hanno scomunicato subito e non mi risulta abbia mai minacciato persone in questo modo al di là delle sue idee che possono piacere o non piacere. Come ho sempre pensato fin dagli anni 70 la contrapposizione comunista e cattolica era puramente transitoria, ammesso che ci sia mai realmente stata, il vero nemico, per entrambi, è il nazionalismo laico.

    1. Guareschi era molto avanti: Peppone e Don Camillo come due facce della stessa medaglia, concordi solo contro il “Pellerossa” Paolo Stoppa.

    2. non mi risulta che Don Giulio sia sospeso – come affermato da lui “de visu” – e continua normalmente il suo esercizio pastorale

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