E’ quanto chiede il sindaco dell’isola, l’accoglione Martello
Gli sbarchi a Lampedusa e in tutta Italia non si fermano. Anche se il maltempo dovrebbe fare nei prossimi giorni quello che il governo non vuole e non è in grado di fare.
E il centro immigrati dell’isola è al collasso. Ormai da giorni. Oggi ospita oltre 300 clandestini, un numero tre volte più alto rispetto alla effettiva capienza della struttura.
E sarebbero stati 200 in più se la Guardia costiera tunisina non avesse fermato altri cinque barchini che stavano per partire in direzione dell’Italia. E dalla composizione dei 75 clandestini fermati arriva la conferma dell’allarme lanciato dall’intelligence italiana: i trafficanti di uomini hanno messo le mani sulla rotta, più breve e più sicura, dalla Tunisia alla Sicilia, quella dei cosiddetti sbarchi autonomi che nel 2019 hanno portato in Italia 5.500 dei 6.500 clandestini arrivati: 1.000 dei quali nei primi giorni di governo PD-M5s. A dimostrazione che l’uscita di Salvini ha riaperto il traffico.
Ma se eviterà altri sbarchi, il maltempo impedisce i trasferimenti dall’isola alla Sicilia dei clandestini, che è l’unica iniziativa del governo per liberare l’isola: portarli davanti a casa vostra.
Il sindaco Totò Martello è il solito accoglione col culo degli altri: “Continuiamo a sostenere che non si può negare l’accoglienza a chi ha bisogno di aiuto, ma con altrettanta chiarezza dico che l’accoglienza deve avvenire all’interno di regole certe e nel rispetto della popolazione locale. Chiedo dunque al ministro degli Interni di attivarsi immediatamente per superare la situazione critica che stiamo vivendo a Lampedusa a causa del sovraffollamento del Centro di accoglienza, anche con interventi di aerei per il trasferimento dei migranti”.
Insomma, armiamoci e partite.
Lampedusa, 300 migranti nell’hot spot: trasferimenti a rischio per maltempo
Il sindaco sottolinea che “è evidente che non si può sempre rincorrere l’emergenza, che c’era prima e che continua ad esserci: serve un impegno forte del Governo Italiano che per attivare procedure automatiche e continue per portare avanti un’accoglienza ordinata e sicura. Non si può scaricare tutto su Lampedusa e sui lampedusani!”.
Intanto ieri Matteo Salvini: “Vogliamo vedere i fatti e i fatti dal mio punto di vista sono gli sbarchi che sono ripresi e sono triplicati rispetto al periodo precedente. Sarò tra una decina di giorni a Lampedusa, perché gli italiani non meritano i porti riaperti” ha aggiunto l’ex ministro dell’Interno.
Nel frattempo prosegue la protesta dei tunisini che esigono di non essere rimpatriati assediando la chiesa madre dell’isola.
La soluzione è semplice: ponti aerei verso l’Africa. Invece li faranno verso le città italiane.
merdaioli maledetti, pupazzi venduti a chi paga !!