Austria rilancia doppio passaporto
Via libera dal Parlamento austriaco al
proposito di istituire il doppio passa-
porto per i sudtirolesi.E’ stato approvato un emendamento con i
voti dei popolari Oevp e dell’ultrade-
stra Fpoe per rilanciare il tema del
doppio passaporto. Prevede di avviare
colloqui con Roma e Bolzano. Il disegno
di legge sarà presentato più avanti.
Tra i partiti contrari, i socialdemo-
cratici. Ben accolto da Suedtiroler
Freiheit e Svp, che parlano di “gesto
profondamente europeista”,”segnale eu-
ropeo della patria sovrana Austria”.
Siamo favorevoli. Verrebbe così a cadere uno storico equivoco: i tedeschi dell’Alto Adige non sono italiani. Lo sanno loro e lo sappiamo noi.
Quindi sì al passaporto austriaco. Ad una condizione: se prendono quello, perdono l’italiano. Così ci toglieremmo dalle palle anche un paio di senatori SVP che, di fatto, finiscono per dare alla sinistra una maggioranza in Senato che altrimenti non avrebbe mai.
il problema nasce nel dopo guerra quando il capo del governo De Gasperi si trovò davanti a un dilemma chiamato referendum. Si voleva cioè chiedere alle popolazioni istriane e a quelle altoatesine se volevano restare con l’Italia e confluire rispettivamente con l’Austria per l’Alto Adige e con la Yugoslavia per l’Istria. De Gasperi, essendo trentino, non voleva che l’Italia perdesse l’Alto Adige per cui non volle che si facesse il referendum, sapendo di perderlo in Alto Adige, mentre in Istria lo avrebbe vinto. Quindi rinunciò all’Istria italiana per tenersi l’Alto Adige tedesco
Sicuramente fu sbagliata in princìpio l’assegnazione dell’Alto Adige all’Italia ai Trattati di Pace del 1919, visto che era una terra popolata al 90% da germanici. Bastava limitarsi al Trentino e fissare il confine settentrionale a Salorno, ma dal momento in cui fu assegnato, come si faceva a rifiutare. Lo Stato italiano ha la colpa di non aver trasmesso ai germanici dell’Alto Adige l’appartenenza ad esso, di sentirsi “italiani di etnia, lingua e cultura tedesca”. Invece ha sbagliato dapprima con le politiche fasciste di italianizzazione forzata, che ha creato risentimento tra gli altoatesini germanofoni, poi con la resa agli attentati terroristici del BAS attraverso la concessione dello Statuto speciale alla Provincia di Bolzano, in cui è stata concessa ampia autonomia legislativa e finanziaria, facendola diventare uno “Stato nello Stato”. Un’autonomia che funziona benissimo, anche fin troppo, tant’è che invece del bilinguismo perfetto italiano-tedesco, in gran parte del territorio c’è un vero e proprio monolinguismo tedesco, e non va affatto bene.
La minoranza tedesca dell’Alto Adige gode oggi del miglior trattamento al mondo, e solo per questa ragione gli altoatesini non dovrebbero sputare sul piatto in cui mangiano e di reclamare la doppia cittadinanza italiana e austriaca. O l’una o l’altra, e se scelgono l’altra, vadano a stabilirsi oltre il Brennero.