Inutile fare finta di nulla: è un’invasione.
Dal 1998 è quadruplicato il numero degli stranieri residenti in Italia. Il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo, in audizione alla Camera davanti la Commissione Affari costituzionali, l’ha definito uno dei tassi di crescita più marcati tra quelli registrati nei paesi europei.
E non vengono per lavorare, entrano in Italia a farsi mantenere, visto che il ‘ricongiungimento familiare’ è ormai la prima e quasi unica ragione d’ingresso.
“Dal 1998, primo anno in cui il dato è disponibile e in cui risultavano poco meno di un milione di stranieri residenti, al 2018, ultimo anno disponibile, il numero di stranieri nel nostro Paese è quadruplicato (+419%)”. Lo dice il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo in audizione alla Camera davanti la Commissione Affari costituzionali sull’indagine conoscitiva in materia di politiche dell’immigrazione, diritto d’asilo e gestione dei flussi migratori.
“Si tratta di uno dei tassi di crescita più marcati tra quelli registrati nei paesi europei per i quali sono disponibili i dati. Crescite dello stesso ordine di grandezza si sono verificate anche in Polonia (483%), Grecia (+393%) e Irlanda (+381%).
In Italia oltre 5 milioni di stranieri. Blangiardo ha evidenziato che al 31 dicembre 2018 sono 5.255.503 i cittadini stranieri iscritti in anagrafe; rispetto al 2017 sono aumentati di 111 mila (+2,2%), arrivando a costituire l’8,7%2 del totale della popolazione residente. I saldi migratori per l’estero mostrano un bilancio negativo per gli italiani (-70 mila) e positivo per gli stranieri (+245 mila).
1,3 milioni di nuovi ‘italiani’ a inizio 2018. Parlando dell’acquisizione della cittadinanza, Blangiardo ha evidenziato che “al 1° gennaio 2018 risiedono nel nostro Paese oltre un milione e 340 mila persone che hanno acquisito la cittadinanza italiana, nel 56,3% dei casi si tratta di donne”. I residenti che hanno acquisito la cittadinanza sono nel 13,7% dei casi marocchini e nel 12,6% albanesi. In particolare per ogni 100 stranieri marocchini ci sono 44 italiani di origine marocchina; per ogni 100 albanesi 38 italiani di origine albanese. Marocchini e albanesi rappresentano rispettivamente l’8,1% e l’8,6% degli stranieri residenti, ma considerando la popolazione di origine straniera (stranieri residenti + italiani per acquisizione) rappresentano più del 9%.
Non è un’invasione? E la dobbiamo alle famigerate regolarizzazioni. Le più grandi fatte da governi di centrodestra.
Il problema degli sbarchi è sicuramente drammatico, ma Salvini ha dimostrato che è facilmente risolvibile riducendoli al minimo. Ma sono i regolari la vera fonte della sostituzione etnica, la vera emergenza, anche questa facilmente risolvibile: abrogando i ricongiungimenti familiari e tornando allo ius sanguinis.
Ricongiungimento familiare prima ragione del viaggio. Blangiardo ha anche ricordato che “se le migrazioni per lavoro sono state prevalenti fino al 2010, dal 2011 il motivo di ingresso più diffuso è divenuto invece il ricongiungimento familiare; nel 2017 le migrazioni per lavoro hanno toccato un nuovo minimo storico con il 4,6% (12.200) del totale dei nuovi permessi”.
Gli sbarchi. “Nel 2015 ci sono stati 154 mila sbarchi; nel 2016 sono stati 183 mila, 119 mila nel 2017, 23 mila nel 2018. A giugno 2019 erano tremila”.
Personalmente l’ho sempre ribadito nei commenti che ho pubblicato qui su Vox, che l’immigrazione di massa e regolare è più funzionale alla sostituzione etnica della popolazione rispetto a quella irregolare. In questi 20 anni, nessun governo, di qualsiasi colore politico, non ha mai voluto fissare una soglia massima di popolazione straniera – che io pongo al 3%, dopodiché assimilazione – e non c’è mai stato un serio controllo su chi entrava nel nostro territorio, e perché. Ci voleva immigrazione limitata e temporanea, che riguardasse solo quei lavori effettivamente lasciati liberi dagli autoctoni – che indubbiamente esistono – e aperta a nazionalità più affini e assimilabili alla nostra, non commercianti cinesi o vu cumprà senegalesi, che sono inassimilabili e distruggono la nostra economia.
Le due grandi sanatorie, fatte nel 2002 e 2009, entrambe da due governi di centrodestra, in cui c’era pure la Lega (all’epoca della seconda sanatoria il Ministro degli Interni era proprio un leghista), hanno inciso sull’aumento della popolazione straniera in Italia. Ufficialmente riguardavano solo colf e badanti, e invece è stata sanata la posizione di oltre 1 milione di clandestini, di cui solo una minoranza faceva quei lavori. Invece di procedere con le espulsioni di clandestini, lo Stato ha sempre proceduto con la soluzione più semplice e dannosa, le sanatorie, fin dal 1986.
La Lega ha tentato di rifarsi una “verginità” con le politiche anti-immigrazione (clandestina) fatte da Salvini quando questi era al Viminale, ma le sue colpe storiche non possono essere ignorate. Ecco perché penso bisogna stare molto cauti sull’anti-immigrazionismo leghista, se è sincero o di pura propaganda.
Dati fasulli. Sono almeno il doppio.