Treno regionale diretto a Senigallia (Ancona). Un dipendente delle ferrovie è stato insultato, preso a sputi e gettato fuori da un vagone da un branco di immigrati.
E’ accaduto verso le 22:40 di sabato scorso.
Due ragazze salgono sul treno per raggiungere una discoteca. Dove trovano un gruppetto di sei africani, e questo è il primo errore: evitare certi vagoni. Anche se dovrebbero essere loro ad evitare i treni, ma non viviamo in un mondo perfetto. Per ora.
Il viaggio procede tranquillo fino alla stazione di Marzocca, quando un dipendente delle FS osa redarguire i sei immigrati ubriachi. In breve la situazione degenera, e l’operatore viene brutalmente aggredito. Prima gli insulti, poi gli sputi. Completamente fuori controllo, gli stranieri arrivano a gettargli addosso del vino ed anche mozziconi di sigarette. Poi lo scaraventano fuori dal convoglio.
Una scena che sconvolge la 19enne, la quale chiama subito la madre. “Sorpresi senza biglietto sputano, lanciano alcolici e poi buttano fuori dal treno a suon di spintoni il controllore”, racconta la donna in un post-denuncia su Facebook.
“Mia figlia era sotto choc. Mi diceva in lacrime che un branco di ragazzi stranieri, forse di orgini africane erano senza biglietto. Allora il controllore aveva iniziato a fare multe, ma è stato subito coperto di insulti e sputi. Gli è stato versato contro del vino ed è stato anche preso a calci e spintoni fino a buttarlo fuori dal treno, all’altezza di Marzocca. Un comportamento a dir poco da delinquenti. Mi ha chiamato in lacrime sconvolta per non aver potuto fare niente per evitare che il controllore fosse aggredito in quel modo”, ha continuato la donna.
Intervenuta sul caso, Ferrovie dello Stato ha dichiarato che ad essere aggredito non è stato un controllore, bensì un vigilante assunto proprio per supportare il personale a bordo del treno.
Ai vigilanti si diano pistole. E licenza di caccia.
Per l’ordine pubblico avrei un’idea. Visto che la caccia è chiusa per almeno 7 mesi all’anno e in italia ci sono oltre 700.000 licenze di porto di fucile (con le quali si possono acquistare e detenere anche pistole ed altre armi sportive o da difesa), direi che in caso di estrema degenerazione della sicurezza sociale, si potrebbero reclutare le persone più valide selezionandole in una sorta di Guardia Nazionale sul modello USA, messe sotto il comando dell’Esercito che andrebbero ad integrare, prevedendo magari anche una diaria giornaliera o un rimborso spese. Del resto anche in Cina quando fucilano qualcuno, addebitano il costo delle munizioni alle famiglie del condannato…
Paso a giudicare da quello che scrivi la tua conoscenza in fatto di armi e relative leggi è assai lacunosa. Intanto se hai un porto d’armi uso caccia non hai la facoltà di detenere armi da difesa personale, un permesso che ti rilascia la questura solo se il tuo lavoro è rischioso, gioielliere o altro, le armi devono essere tenute in una teca blindata o in un armadietto con le catene. Le pistole per il tragitto casa/poligono e viceversa, devono essere custodite in una scatola tutte smontate. A causa di queste seccature molti hanno rinunciato loro malgrado a custodirle, non rinnovando il permesso, vendendo le armi. Non credo che si presterebbero in tanti a fare i giustizieri della notte a pagamento, per varie e ovvie ragioni. Cosa centra poi il fatto che in cina addebitano il costo delle pallottole alla famiglia? L’unica similitudine è la dittatura che affligge entrambi ma tutto il resto è assai diverso. Secondo te il pd assolda plotoni per uccidere africani e poi addebita il costo del piombo. Prima di azionare il ditino accendi il cervello.