Le scuole italiane dove non ci sono più bambini italiani

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Ovviamente i costi per mandare a scuola i figli degli immigrati non vengono mai inclusi nelle ricerche sui costi-benefici economici dell’immigrazione. Se lo facessero, non solo sarebbe evidente la sostituzione etnica in corso, ma anche quanto ci costa fingere di integrare i figli degli immigrati, come quelli di Rimini.

La prima elementare della scuola Giovanni Lombardo Radice in via Paravia 83, zona popolare e a forte immigrazione di San Siro a Milano, era stata chiusa nel 2011 dal ministero dell’Istruzione perché gli iscritti erano 17 bambini stranieri su 19. Non era arrivata così l’autorizzazione alla formazione della prima classe perché secondo la legge i non italiani non dovrebbero superare il 30% del totale degli alunni. Nel 2012 il sindaco Pisapia ne ottenne però la riapertura, con gli iscritti sempre per lo più figli di immigrati.

MILANO: ITALIANI IN VIA DI ESTINZIONE A SAN SIRO

L’anno scorso, su 131 alunni, 125 erano stranieri. Poi c’erano 6 ‘ostaggi’. Un’altra scuola, la primaria di via Dolci, a un solo chilometro di distanza dalla Radice di via Paravia, vedeva la percentuale di alunni stranieri superare l’80%.

Non stanno propriamente meglio altre scuole milanesi, tutte frequentate da un numero sempre più crescente e dominante di non italiani: gli istituti di via Padova, via Vespri Siciliani al Giambellino, via Monte Velino, (zona piazzale Cuoco), via Bodio (alla Bovisa), via Scialoia ad Affori, Quarto Oggiaro, Bruzzano.

Nella classe di soli immigrati dove si parla ‘a gesti’

Ovviamente la stragrande maggioranza di questi alunni stranieri non parla neppure italiano o lo parla malissimo, con inevitabile danno allo svolgimento dei programmi didattici. Non solo, le assenze quotidiane tendono a rendere queste scuole più che dei ghetti pubblici, degli istituti fantasma dove si aggirano di tanto in tanto gli studenti che timbrano giusto qualche volta il cartellino.

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Ma queste scuola ‘ghetto’ si moltiplicano in tutta Italia. A Venezia, Mestre e Marghera in alcune scuole i figli di immigrati sono oltre l’83%, mentre il tetto dovrebbe essere del 30%

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E la soluzione non è certo l’integrazione forzata. Molto meglio classi solo di immigrati da una parte che un infernale melting pot dove i bambini italiani si sentono stranieri in patria.

L’idea del ‘tetto’ è una stupidaggine: il tetto va messo nel non farli entrare in Italia, non nello sparpagliarli sul territorio e nelle scuole.

L’emergenza è quella di abrogare i ricongiungimenti familiari. Altrimenti faremo la fine della Francia (foto in alto).

E non è solo una questione qualitativa:

Troppi immigrati in classe, ‘francesi’ somari d’Europa

Più il cancro multietnico è concentrato, meno intacca il corpo sociale. Più semplice sarà curarlo.

E’ infatti meglio concentrarli. Così il degrado multietnico rimane circoscritto e concentrato. E poi casa. Loro.

Ci stiamo avviando verso la società di tipo americano: completamente atomizzata. Putnam, studioso di Harvard per primo analizzò con dati e numeri, il fenomeno della frammentazione sociale causata dall’immigrazione. Non c’è ritorno.

Robert Putnam ha dimostrato come, più una comunità è “diversa” dal punto di vista culturale e razziale, più questa diviene non cooperativa ed emotivamente frammentata.




4 pensieri su “Le scuole italiane dove non ci sono più bambini italiani”

  1. Stiamo parlando del Lombardo-Veneto, dove da 20 anni la Lega è il partito più votato. In tutti questi anni cosa ha fatto la Lega per evitare che si verificassero situazioni di questo genere? Nulla.

    La Lega è stato partito di governo nel 2001-2006 e 2008-2011, e in tutto quell’arco di tempo, a parte la Bossi-Fini, sull’immigrazione non ha fatto nulla. Queste classi multietniche sono il risultato della mancata modifica o abrogazione del Decreto Flussi introdotto dalla Turco-Napolitano del 1998, perché si tratta di immigrazione selvaggia, in particolare dall’Africa, ma regolare. Nel 2008-2011, il Ministro dell’Interno era un leghista, ma il Decreto Flussi è stato lasciato com’è, ossia, dei 16 paesi privilegiati, 8 sono africani, ovvero i più inassimilabili. Questa è l’immigrazione regolare e di “qualità”, che paga le tasse e dove i figli vengono mandati a scuola, tanto elogiata anche da Salvini, che poi si mette a parlare di identità.

    Ho votato Lega sia alle politiche del 2018 che alle europee 2019, ma con molte riserve e semplicemente perché l’unica in grado di sconfiggere elettoralmente la sinistra. Il problema è che fin’ora nessuno è stato in grado di sconfiggere la sinistra sul piano ideologico e culturale – che è la cosa più importante – e temo che neppure la Lega salviniana ci riesca. D’altronde ha fatto eleggere un senatore nigeriano, ricordiamolo.

  2. Werner, Voxnews che leggiamo come libera fonte d’informazione senza peli sulla lingua, sta lavorando da anni proprio per battere sul piano ideologico culturale la dittatura buonista, femminista e terzomondista delle sinistra. Alla Lega spetta la battaglia politica.

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