Subito rissa nel governo su Tav e Benetton, M5s: “Pd smetta o votiamo contro fiducia”

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“La De Micheli deve ricordarsi che è al governo grazie a una coalizione di tre forze politiche e lei rappresenta un gruppo che è meno della metà del Movimento 5 Stelle. Se intende differenziare la propria posizione da quella del M5S può benissimo farlo accomodandosi fuori dal governo e andando all’opposizione immediatamente senza tergiversare”.

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Così il senatore dei 5 Stelle Mario Michele Giarrusso commenta le dichiarazioni del nuovo ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli, che ha parlato di stop ai no politici ai cantieri, fra cui la Tav e la Gronda, e di revisione e non revoca delle concessioni ad Atlantia (Benetton).

“Se il Partito Democratico intende ripercorrere le orme di Salvini, martellando il Movimento giorno per giorno prendendo le distanze e differenziandosi, lo dica subito prima di lunedì e martedì, in modo da consentirci di regolarci di conseguenza”, afferma il senatore pentastellato Giarrusso. “Non consentiremo a nessuno, né alla De Micheli né ad altri, di utilizzare il metodo Salvini contro il M5S e le sue battaglie. Sulla Gronda di Genova, ad esempio, facciano pace con il cervello, quelli del Pd, perché l’hanno bloccata loro”, conclude.

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Veramente eravate voi a martellare. Le palle. Ma comunque: li avete voluti al governo? Buon divertimento.

«Inopportuna l’uscita della ministra delle Infrastrutture De Micheli la quale non si è ancora insediata», ha detto la deputata grillina Jessica Costanzo. «Quello del Tav è un tema delicato su cui occorre evitare provocazioni. C’è un’analisi costi-benefici negativa, seguita dal presidente Conte, su cui confido per un immediato abbassamento dei toni. Non siamo scesi a compromessi con la Lega, non dobbiamo farlo col Pd. La mia posizione non cambia. Il Tav, con noi al governo, non deve essere fatto. Ci sono molte altre opere e cantieri da sbloccare con urgenza, si lavori per le reali priorità degli italiani», ha puntato i piedi.

A buttare benzina sul fuoco anche il senatore M5s Gianluigi Paragone fortemente contrario all’intesa giallorossa tanto da aver minacciato le dimissioni. «Danilo Toninelli ha pagato un prezzo altissimo per essersi opposto a una delle famiglie più potenti che ci sono in Italia e in Europa. Il fatto di essersi opposto ai Benetton ha un prezzo e lo stiamo vedendo», ha tuonato dai microfoni di Radio Padania. «È bastata un’intervista della neo ministra De Micheli per fare schizzare il titolo di Atlantia. Ancora una volta registriamo una convergenza oggettiva sul telaio del potere italiano tra il Pd e una famiglia d’imprenditori italiani». Paragone ha criticato anche l‘atteggiamento di Giuseppe Conte il quale ha di fatto già «dimenticato» la visione politica che lo ha fatto stare al governo per un anno con la Lega. Infine, Paragone ha ribadito che non voterà la fiducia a questo esecutivo: «Non voterò la fiducia al nuovo governo. Deciderò se astenermi o uscire dall’aula. Sono assolutamente contrario a questo governo, ma non posso non prendere in considerazione il voto della Piattaforma Rousseau perché è stato espresso dagli elettori del M5s e io non posso non tenere conto del sentimento di chi mi ha eletto».




2 pensieri su “Subito rissa nel governo su Tav e Benetton, M5s: “Pd smetta o votiamo contro fiducia””

  1. Guardate cosa scrivono a proposito della salute della cancelliera tedesca, faccio un copia incolla:
    “Mentre il politico cinese era in piedi per rispetto, la Merkel è rimasta seduta, nel cortile della Cancelleria, in seguito ai ripetuti episodi di tremore che hanno allarmato l’opinione pubblica, preoccupata per la sua salute.”
    Voi siete molto preoccupati? Io godo come un riccio di vedere che questa stronza non sta nemmeno più in piedi!!!

    1. Purtroppo è già pronta la ‘successitrice’, si può dire così in neolingua femminista del cazzo, ed è anche peggio di lei. Di solito i vecchi perdono mordente e divengono più malleabili soprattutto se acciaccati, dalla giovane Merkel aspettiamoci il peggio. Questo a meno che Alternativa per la Germania non riesca ad assumere il potere, ma non credo con 10 milioni turchi che votano, vero però che ci sono anche tanti slavi, molti però islamici, immigrati dagli anni 90 in poi, che non vedono di buon occhio le politiche turboliberiste, proue e filo immigrati (neri e mediorientali).

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