Dopo quasi un’ora e trenta di attesa, Rousseau comunica i dati:
+++ Risultati ufficiali del voto sulla #PiattaformaRousseau:
Sì 79,3 %
No 20,7 %L'accordo di Governo tra #M55 e #Pd si farà#maratonamentana #Rousseau #governogiallorosso +++
— Pietro Raffa (@pietroraffa) September 3, 2019
Mentre gli elettori del MoVimento erano contrari, o comunque spaccati a metà, la casta del partito è di estrema sinistra e pensa solo al potere. E a come gestirlo. Tipica nomenclatura di partito.
Di Maio: “Noi siamo e resteremo in ogni legislatura l’ago della bilancia”. La puttana sulla bilancia, semmai.
La democrazia italiana ostaggio dello 0,2 per cento della popolazione. Non è democrazia diretta: è oligarchia. E’ una casta che con un click decide se gli altri 55.900.000 italiani possono votare o meno.
Sia chiaro: la decisione attraverso Rousseau per le decisioni che riguardano il M5s va bene, è comunque un valore in più rispetto a quelle prese nelle chiuse direzioni di partito. Ma non quando questa decisione va a scegliere se gli altri possono votare o meno.
Qui abbiamo un processo totalmente opaco gestito da un privato che ha deciso che gli italiani non devono votare. Non possono votare. E anche se fosse trasparente, non andrebbe bene lo stesso: perché se uno vale uno, allora non possono essere in centomila a decidere del destino di un popolo di 56 milioni di italiani.