Accoglienza, i prefetti ammettono: obbligati da sinistra a fare porcherie per gli immigrati

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Ora che il Pd sta facendo di tutto per tornare al governo, la quarta volta in sei anni senza legittimazione elettorale, è bene ricordare cosa i prefetti erano costretti a fare, durante i loro governi precedenti.

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«È vero che ne abbiamo fatte di porcherie, però quando le potevamo fare», questa la frase intercettata dell’ex prefetto di Padova Patrizia Impresa, che spiega come funzionavano le cose al tempo dei governi PD: porcherie, tutte porcherie.

La donna era stata intercettata nell’ambito dell’inchiesta sullo scambio di favori tra la prefettura ed Ecofficina (oggi Edeco), la coop molto vicina agli ambienti della sinistra che vinceva tutti i bandi per l’accoglienza in Veneto.

Interrogata, ha poi chiarito il senso generale delle sue parole spiegando che quando si è in emergenza a volte si fanno delle forzature: a quei tempi, eravamo in pieno governo Renzi, il governo inviava centinaia di sedicenti profughi a settimana e a trovarsi la patata bollente in mano erano sempre i prefetti. Che dovevano fare ‘porcherie’.

L’AP-Associazione Prefettizi, rappresentanza della casta più casta del Paese, era intervenuta: «Tutti i prefetti del territorio e i rispettivi collaboratori si sono trovati a doversi produrre in autentici salti mortali per dare esecuzione alle pressanti richieste di dare subito e comunque una sistemazione a grossi contingenti di migranti da parte degli uffici del Viminale che a loro volta sono sottoposti ad analoghe insistenze».

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«I prefetti hanno dovuto sopperire a gravi criticità e inadeguatezze del Sistema Protezione Richiedenti Asilo immaginato per far fronte a qualche migliaio di persone e non a centinaia di migliaia. Amareggia quindi il poter essere messi alla gogna per alcune parole estrapolate dal contesto e dette in una conversazione colloquiale che non celavano alcuna malefatta bensì esprimevano un autentico grido di dolore. Accogliere o meno i migranti era e rimane una scelta esclusiva della politica, non dei prefetti. Ai quali andrebbe piuttosto appuntata una medaglia sul petto per essersi dimostrati pronti e affidabili al di là di ogni legittima aspettativa».

Avete impestato l’Italia di clandestini, seguendo in modo pervicace gli ordini di un governo abusivo. Facendo quelle che la vostra esimia collega ha definito ‘porcherie’. Vi siete dimostrati affidabili sì, ma per gli obiettivi della mafia nigeriana: ovviamente, in modo inconsapevole.

Fosse per noi, tutti i prefetti che hanno collaborato a questo scempio verrebbero licenziati. Si tratta comunque di una casta inutile e antidemocratica.

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Ora, invece, il Pd vuole ricominciare. A riempire l’Italia di clandestini. A fare porcherie.




9 pensieri su “Accoglienza, i prefetti ammettono: obbligati da sinistra a fare porcherie per gli immigrati”

  1. Probabile che fosse appunto a conoscenza del marcio che vi era all’interno (insanabile) e pertanto volesse sradicarle.
    Cambiando discorso ho telefonato alla lega nord per chiedere di fare manifestazioni in ogni singolo capoluogo. Ha ripetuto gli appuntamenti stranoti Pontida e Roma. Gli ho ricordato il genovese Balilla che disse la frase che lo fece passare alla storia: “che l’inse?” in genovese vuol dire “posso incominciare?” (la rivolta)
    niente…non mi ha accusata…ha risposto grazie buongiorno.

I commenti sono chiusi.