Tremonti rivela: Italia costretta da UE a salvare le banche tedesche

Vox
Condividi!

In un intervento su Dagospia, l’ex ministro Tremonti scrive:

VERIFICA LA NOTIZIA

[…] nell’ottobre-novembre del 2011 il Governo entrò in crisi interrompendo la sua azione di finanza pubblica. E’ solo con il primo Decreto del Governo Monti che appare la clausola IVA come è poi stata iterata nei lunghi 8 anni successivi. Una serie di clausole vincolanti e cifrate per importi e date. E’ del resto poi forse il caso di ricordare che oltre ad avere importato dall’Europa e montata in loco una clausola IVA di tipo imperativo, come da allora così ancora, uno dei primi atti del Governo Monti fu quello per cui il Governo italiano consentì il calcolo del contributo italiano al “Fondo Salva Banche” non in base al rischio, ma in base al PIL così che la crisi rispetto alla quale l’Italia era totalmente estranea (si rileggano le citate Considerazioni Finali) fu prima addebitata all’Italia come se si trattasse di una crisi della finanza pubblica italiana per poi essere – per beffa – messa sul conto dell’Italia gravandola – in aggiunta alle clausole – per un importo assolutamente spropositato.

In poche parole, la Ue costrinse l’Italia a finanziare il Fondo Salva Banche. A quel tempo, infatti, le banche tedesche, Deutsche Bank in particolare, erano follemente esposte verso la Grecia, che stava per saltare. E allora bisognava salvare la Grecia con i soldi degli italiani (e anche degli altri, compresi i tedeschi) per evitare che a pagare dovessero essere le banche tedesche.

Ma perché i contribuenti italiani dovettero pagare quanto quelli tedeschi, e non in base al rischio (che era tutto tedesco), caricandoci così di un debito che non era e non è nostro?

Tutto questo, ovviamente, avvenne defenestrando il governo eletto che si opponeva, e sostituendolo col docile Monti.

Ora ci stanno riprovando.

E sono 48, i miliardi che il governo Monti prese dai contribuenti per salvare le banche tedesche dall’imminente default greco, miliardi che sono andati ad aumentare il nostro debito.

Vox

L’Italia è infatti il terzo creditore Ue della Grecia, con un’esposizione di 48 miliardi di euro:

soldigrecia

Prima dell’Italia c’è la Germania per 60 miliardi. La Francia ‘solo’ 46 miliardi.

Le stime di Bloomberg tengono conto dei prestiti bilaterali e le quote di partecipazione al fondo salva-Stati, nella Bce e nel Fmi.

Quei 48 miliardi li abbiamo pagati per ‘riscattare’ il debito greco detenuto dalle banche tedesche. Quei soldi non dovevano essere dati: tra l’altro senza chiedere il permesso agli italiani.

Ma si doveva ‘comprare tempo’. Dare tempo alle banche tedesche di ‘uscire’ e mettere il debito sul groppone dei contribuenti italiani, tedeschi e francesi.

Quindi l’Italia, per far sopravvivere “l’euro così come è” per qualche anno in più, ha impegnato 48 miliardi. E le famigerate ‘clausole IVA’ nascono da lì.




4 pensieri su “Tremonti rivela: Italia costretta da UE a salvare le banche tedesche”

  1. C’è da ricordare che anche le banche Francesi avevano un esposizione enorme al debito della Grecia, in particolare il Credit Agricole con più di 30 miliardi. Ancora una volta tra i tre contributori grossi, è solo l’Italia sotto governo PD che si è fatta fregare. Pochi anni dopo la crisi greca, le banche Francesi si sono rigirate per fare shopping di banche italiane, il Credit Agricole si è comprato le casse di risparmio di Parma, Cesena, Rimini e San Miniato. Loro hanno il patriotismo commerciale, noi il PD di Bibbiano.

I commenti sono chiusi.