Il M5s al tavolo con l’uomo del PD che fa soldi coi vaccini: l’inchiesta sul sangue infetto

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A guidare i colloqui per il governo del ribaltone tra M5s e Pd, al tavolo delle trattative:

C’era sì Delrio, l’uomo del Ponte Morandi di Genova. L’altro renziano, il capogruppo PD al Senato. Che ha una storia personale curiosa:

Il capo dei senatori democratici ha “poltrone” (sette solo in Italia) in società riconducibili alla galassia familiare. È consigliere delegato di Sestant investimenti srl e di Sestant internazionale spa, le due holding finanziarie a presidio degli asset di famiglia in Italia e all’estero. Tra questi c’è il controllo del colosso Kedrion spa, di cui Marcucci è consigliere ai conti e prima ancora dirigente. «Ho avuto una bellissima esperienza aziendale – ha raccontato – che mi ha visto ricoprire il ruolo di amministratore delegato della nostra azienda farmaceutica di famiglia fino al 2006, per circa dieci anni» . Si tratta di un azienda fondata nel 2001 e specializzata in produzione e distribuzione di prodotti medicinali derivati da plasma umano (su questo si tornerà poi) è stato consigliere. L’amministratore delegato è oggi Paolo Marcucci (1963), fratello maggiore di Andrea: la società ha 2.317 dipendenti (poco meno della metà in Italia), un fatturato da 659 milioni e utili per 11,75 milioni (bilancio 2016).

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I Marcucci sono attivi da anni nel settore degli emo-derivati e dei vaccini. Il padre Guelfo acquisì Sclavo (Siena) da Enimont nel 1990 per cento miliardi di lire e ancor prima rilevò Aima Plasmaderivati (Rieti) e Farma Biagini (Pisa). Dalla ristrutturazione del settore farmaceutico del gruppo Marcucci nasce Kedrion.

Il padre del capogruppo del Pd con cui oggi siedono al tavolo i grillini è stato coinvolto nello scandalo del sangue infetto, quando a cavallo tra gli anni ’80 e ’90 migliaia di persone furono infettate con il virus di Hiv ed epatite C tramite la trasfusione di sangue ed emoderivati non controllati.

Due i filoni di inchiesta per epidemia colposa: uno a Napoli è stato archiviato nel 2008 perché finito in prescrizione, l’altro a Trento si è concluso con il proscioglimento per Guelfo Marcucci e il secondogenito Paolo (1963). In un altro procedimento nel capoluogo campano, dove si procedeva per omicidio colposo plurimo, la posizione di Guelfo Marcucci era stata stralciata a ottobre 2015 per la riconosciuta incapacità cognitiva dell’imprenditore, malato da tempo. Guelfo Marcucci morì due mesi dopo. Aveva 87 anni. Appena in tempo.

Qui abbiamo un partito che ormai si è completamente svenduto. Bibbiano? Fatto. Ponte Morandi? Fatto. Vaccini? Fatto.

Fanno tutto pur di rimanere attaccati alle poltrone.