La nave dell’estrema sinistra ‘italiana’, dissequestrata col solito trucco da Patronaggio, torna a battere le acque libiche in cerca di carne umana con cui rifornire i propri finanziatori, in primis l’ARCi, che casualmente fa anche business con l’accoglienza.
22 agosto 2019 ⏱️20:40 CEST#MareJonio ha mollato gli ormeggi del porto di Licata e inizia una nuova missione #Mediterranea nella zona SAR.#Migranti#AcqueInternazionali pic.twitter.com/4gIV0HhI7V
— Sergio Scandura (@scandura) August 22, 2019
Nel giorno in cui la Guardia Costiera ferma la Open Arms, già sotto sequestro preventivo, per irregolarità a bordo, la più piccola e peggio equipaggiata Mare Jonio leva le ancore. Abbiamo un ministro dei trasporti – da lui dipendono questo cose – ridicolo.
Mare Jonio, Questura: “Casarini ha contatti con criminalità organizzata”
Pare che la politica estera e migratoria italiana la decida Patronaggio, per il solo motivo di trovarsi procuratore capo di Agrigento, sotto la cui giurisdizione cade Lampedusa. Non si potrebbe mettere Lampedusa in provincia di Catania?
Intanto, l’altra nave ancora a spasso dopo il sequestro della Open Arms (che comunque non potrà tornare ad operare minimo per mesi per questioni tecniche che dovevano essere individuate prima), la Ocean Viking inizia a lamentare scarsità di rifornimenti e carburante. Ma hanno tempo di sprecarlo per fare questo: