Era un bluff: appena scesi da Open Arms tutti guariti, e si lamentano dei materassi

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Miracolo a Lampedusa.

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Raccontavano di essere fuggiti dalle torture dei sedicenti ‘lager’ libici, dove tra l’altro erano volontariamente andati pagando migliaia di euro, ma poi si sono lamentati per essere rimasti 20 giorni sul ponte di una nave.

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Ora, i clandestini della Open Arms si lamentano di nuovo per le loro residenze di vacanza a Lampedusa: siamo in otto dentro una stanza, dicono, dove c’è un caldo asfissiante e le condizioni igieniche non sono delle migliori.

Poveri turisti insoddisfatti. Dovevate andare in Spagna.

Tutta colpa del sovraffollamento dell’hotel per clandestini di contrada Imbriacola, nel cuore dell’isola: la struttura potrebbe ospitare al massimo 96 immigrati, ce sono 260. Con loro un centinaio di tunisini in attesa di essere espulsi e sbarcati nei giorni scorsi, 57 proprio poco prima di loro, facendone anche ritardare lo sbarco.

“Impossibile vivere in questa fornace — racconta uno dei turisti africani dell’Open Arms — Stanotte in tre hanno dovuto portare i materassi in balcone”. In estate fa caldo.