L’immigrato, regolare, l’ha sorpresa alle spalle e buttata a terra. Poi ha spaccato una bottiglia e con questa ha infierito sulla vittima con brutale violenzai, come testimoniano i cocci di vetro e l’enorme macchia di sangue che restano davanti all’ingresso del condominio milanese, in pieno centro a Milano.
La donna di sessantaquattro anni è stata aggredita e accoltellata. Un vero e proprio tentativo di sgozzamento: “Mi hanno accoltellato alla gola”, gridava la donna italiana ai passanti accorsi in sua difesa.
La bestia è un 38enne del Bangladesh, regolare e senza precedenti. Capito Salvini, non è solo una questione di ‘clandestini’.
Il bangla l’ha colpita più volte con un coccio di bottiglia, sferrandole dei violentissimi fendenti al collo, a un polso e alla spalla.
A bloccarlo è stato un 45enne romano che aveva appena terminato un appuntamento di lavoro e stava andando verso la stazione Garibaldi per prendere il treno. L’ha salvata. L’uomo ha dato un calcio all’aggressore, che è poi stato circondato e bloccato dagli altri passanti prima di essere preso in carico dalla polizia.
A soccorrere per primi la donna, invece, sono stati un giovane italiano, una turista polacca, un turista olandese e una russa che ha tamponato con la sua mano la ferita sulla gola della vittima, che ha perso moltissimo sangue. Visitata sul posto dagli equipaggi di un’ambulanza e un’auto medica, la 64enne è poi stata accompagnata in codice rosso al Niguarda, dove è entrata immediatamente in sala operatoria.
La vittima aveva appena comprato del pane, cosa normale, non più nella società multietnica.
Quando è stato circondato e poi bloccato, il 38enne ha appoggiato la testa al muro ed è rimasto in silenzio. Gli agenti lo hanno prelevato e portato in Questura, dove è stato identificato. La sua posizione è ora al vaglio di polizia e magistratura, che stanno anche cercando di accertare i motivi del suo folle “blitz”.
“Non è possibile, non era mai successa una cosa del genere”, le parole ripetute più volte da una ragazza che lavora in un locale a due passi dal punto in cui la 64enne è stata quasi uccisa.
E’ possibile nella Milano che accoglie di Sala e Majorino. Due complici dei criminali di importazione.
Giuseppina C., barista del “Prestige”, che avrebbe assistito dal suo locale all’aggressione: “Ho sentito il rumore di una bottiglia che si rompeva e sono uscita”, ha detto la donna. Che ha poi aggiunto: “L’uomo la riempiva di sberle. Poi le si è messo sopra e l’ha colpita con una bottiglia al collo. Lui ha provato a scappare mentre la gente urlava ‘prendetelo’ ed è stato accerchiato e bloccato”.
Una 36enne russa, presente durante i primi soccorsi, ha dichiarato: “Avevamo paura che svenisse e abbiamo pensato che, prima che ciò accadesse, dovevamo metterla in contatto con i parenti. Allora ha parlato al telefono credo con sua figlia e le ha detto: ‘Mi hanno tagliato la gola’”. La giovane, tra i primi ad aiutare Federica (il nome della donna ferita), si è detta “sotto choc” per il fatto e ha raccontato cosa ha visto: “Ero al bar Prestige a prendere un cappuccino quando ho sentito delle persone che urlavano ‘La sta uccidendo’. Ho preso la borsa e sono uscita. Qualcuno cercava di metterla in piedi, ma non ci riusciva. Abbiamo provato a tamponare il sangue con della carta presa al bar ma era impossibile. Usciva tantissimo sangue. Lei, ogni tanto, diceva ‘Mi alzo e vado in ospedale’, ma non ce la faceva. A soccorrerla con me c’erano un ragazzo olandese e un polacco. Solo io parlavo italiano e capivo quello che diceva”.
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