Gli sbarchi ci sono costati 4 punti di Quoziente Intellettivo: l’Italia è meno intelligente

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Prima di cominciare, non è una questione di disprezzo o ‘razzismo intellettivo’, è un’emergenza che mette a rischio il futuro dell’Italia e dell’Europa. Perché se sostituisci Leonardo con il primo che sbarca, non avrai la Gioconda, avrai altro. E se moltiplichi l’effetto per milioni di individui, rischi di trascinare un continente in un costante declino: perché, ceteris paribus, la crescita economica e sociale è legata al quoziente intellettivo delle popolazioni.

L’Italia è, da sempre, un territorio privo di risorse: non abbiamo petrolio, non abbiamo quantità significative di minerali. Tutta la ricchezza di questa penisola, da sempre, dipende esclusivamente dalle capacità dei suoi abitanti.

E la capacità è la diretta espressione dell’intelligenza. Questo vuol dire che se per qualsiasi motivo, l’intelligenza collettiva di chi risiede in Italia – la media tra i suoi abitanti – dovesse scendere, o peggio crollare, assisteremmo ad un declino dell’unica risorsa disponibile: l’intelligenza. E quindi del livello di benessere raggiungo.

Ci sono due modi perché questo declino possa verificarsi. Per una involuzione endogena: la società attuale tende in effetti ad un futuro in stile Idiocracy, e i motivi sono molteplici, il primo è che l’assenza di pressione evolutiva tende a favorire le persone meno intelligenti, che si riproducono più in fretta. Ma questo processo, come tutti i processi evolutivi, sarebbe lento, molto lento. Poi c’è un metodo più veloce per abbassare il nostro QI (quoziente intellettivo): importare individui con il QI più basso del nostro. E questo lo stiamo facendo. In modo follemente massiccio.

Che impatto ha, sul nostro QI, e di conseguenza sul nostro futuro benessere, lo sbarco dei cosiddetti profughi? Quanto pesa, ogni sbarco sul nostro QI?

Partiamo da un primo dato. Il QI medio degli italiani è uno dei più alti al mondo. Il più alto in Europa insieme a quello tedesco e olandese:

QUOZIENTE INTELLETTIVO NEL MONDO

Ci sono variazioni tra le regioni, ma sono entro valori del cosiddetto ‘Flynn Effect’ (FE), ovvero rientrano in lievi differenze dovute a fattori socioeconomici come, ad esempio, scuole migliori che possono generare differenze di pochi punti.

Ma, al di là del FE, le differenze di QI sono dovute a fattori ereditari: genetici. Quindi non sono eliminabili con l’ambiente. Il figlio dell’africano che viene in Italia, anche frequentando scuole lombarde, non aumenterà mai il proprio QI fino al livello italiano.

Parliamo, ovviamente, sempre di media, che è poi quello che ci interessa per analizzare l’impatto a livello generale.

E qui arriviamo al problema: il QI medio dei cosiddetti profughi che in questi anni sono stati scaricati in Italia dalle Ong è 69: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0160289609001275

Tra il QI medio italiano (104) e quello di chi sbarca corrono circa 35 punti. Un abisso. Il QI medio di un individuo con la sindrome di Down (che sono persone fantastiche, ma che hanno bisogno di sostegno) è 50.

Secondo Wikipedia: possono essere specificati 4 diversi gradi di ritardo intellettivo[2]:

  • lieve (85% dei casi), QI da 50-55 a 70
  • moderato (10%), QI da 35-40 a 50-55
  • grave (3-4%), QI da 20-25 a 35-40
  • gravissimo (1-2%), QI inferiore 20-25.
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Significa che, mediamente, tutti quelli che sbarcano rientrano nella categoria di ‘ritardo lieve’.

Il ritardo lieve è difficilmente evidenziabile nei primi anni di vita, questo perché nei bambini così piccoli le difficoltà motorie, prassiche e linguistiche non sono molto visibili[1], inoltre la compromissione in queste aree è lieve e non facilmente distinguibile dalle capacità dei bambini senza ritardo fino ad una età più avanzata[2]. Il periodo iniziale in cui si nota il problema è quello dell’inserimento nella frequenza scolastica, quando possono sopraggiungere difficoltà nell’apprendimento. Infatti, spesso si consiglia la permanenza nella scuola dell’infanzia fino ai 6 anni perché questi bambini imparano a leggere e scrivere tardivamente rispetto alla norma e generalmente intorno all’età di 7-8 anni.

Fino all’età di circa vent’anni i soggetti affetti dalla patologia necessitano di un sostegno nell’adattamento scolastico e sociale. Possono conseguire un’autonomia sociale e lavorativa adeguata per un livello minimo di autosostentamento, ma ugualmente necessiteranno di supporto.

Vista la correlazione diretta tra ricchezza prodotta e QI, qesto avrà impatti devastanti sulla nostra economia, perché stiamo importando individui mediamente poco più intelligenti dei ‘ritardati lievi’.

Negli ultimi anni sono stati traghettati in Italia quasi 1 milione di clandestini. Tra questi almeno 600mila erano africani subsahariani. Questo significa che:

57.000.000 italiani x 104 = QI/TOTALE I 5.928.000.000
600.000 subsahariani x 69 = QI/TOTALE S 41.400.000

Sommando i due QI totali e dividendo per il numero di Italiani più i nuovi arrivati, otteniamo il nuovo QI medio: 103,6.

In sostanza, sono bastati pochi anni per abbassare il QI collettivo dei residenti in Italia di 0,4 punti. E questo solo con gli sbarchi.

E’ un dato devastante se sommato a chi tra loro già viveva qui prima e chi arriva in altri modi e continuerà ad arrivare (ricongiungimenti familiari), e se messo in prospettiva: i loro figli.

Stiamo dilapidando l’unica ricchezza italiana: l’intelligenza. E non la recuperi una volta persa.

Questo processo non dispiace a chi deve comandare. Perché l’intelligenza è correlata con l’indipendenza di pensiero: e loro vogliono masse indistinte e rassegnate.

A chi nega l’irrilevanza del luogo dove abiti per l’intelligenza, chiediamo come mai, l’unico Paese al mondo abitato solo da africani fuori dall’Africa, Haiti, è anche l’unico paese al mondo oltre quelli africani ad essere socialmente ed economicamente disastrato. Quando la Repubblica Dominicana, nell’altra metà dell’isola di Santo Domingo, prospera (relativamente ad Haiti) con la sua popolazione mista e un’élite bianca.




9 pensieri su “Gli sbarchi ci sono costati 4 punti di Quoziente Intellettivo: l’Italia è meno intelligente”

  1. Devi sempre guardare i valori nutrizionali nascosti, non certo le cazzate che gli scrivono davanti, magro, light, ecc ecc

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