Salvini, accertamenti su festa islamica dello Sgozzamento: “Sgozzeranno animali in piazza”

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Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha chiesto approfondimenti sulla festa dello Sgozzamento o del Sacrificio in programma a Magenta dall’11 agosto, che richiamerà centinaia di fedeli musulmani. Il Tar ha imposto al comune leghista di dare uno spazio agli islamici, nonostante la contrarietà del sindaco e dei cittadini.

A Salvini arrivate numero segnalazioni che durante l’appuntamento sarebbe previsto lo sgozzamento degli animali senza stordimento.

Le polemiche sulla festività islamica vanno avanti da mesi. L’associazione Moschea Abu Bakar si era vista rifiutare uno spazio pubblico per la celebrazione il 14 agosto.

E per questo si era rivolta al Tar che le ha dato ragione, di fatto obbligando il Comune a concedere un’area. Questo però non ha fermato le polemiche. “Un conto è la preghiera, un altro la macellazione di animali senza preventivo stordimento che è inaccettabile” ha commentato l’ex ministro Michela Brambilla.

“Ma Lei davvero pensa che a Magenta sgozzeranno degli animali in piazza? – le ha replicato Paolo Razzano del Pd – Guardi che il 15 agosto, in occasione dell’ascensione di Maria, non è che noi cattolici ci mettiamo a fluttuare nel cielo”. Una risposta idiota.

Quest’anno, la festa islamica dello ‘Sgozzamento’ o del ‘Sacrificio’ si terrà a cavallo di Ferragosto: gli animali già stanno soffrendo.

In Italia sarà un Ferragosto di sangue: mentre gli italiani saranno al mare, i musulmani celebreranno la Festa dello Sgozzamento, sacrificando ad Allah migliaia di povere bestie. Uccise in modo brutale, tra atroci sofferenze.

E ora, i magistrati ordinano ai Comuni di destinare agli islamici luoghi pubblici per celebrare questo schifo barbaro e indegno.

Il Tar della Lombardia, infatti, ha dato ragione agli islamici, che potranno così festeggiare in modo ‘adeguato’ la celebrazione più sanguinolenta dell’islam nella città di Magenta, in provincia di Milano.

Il portavoce della Moschea Abu Bakar ha annunciato che il tribunale ha annullato il diniego del sindaco a concedere uno spazio pubblico per la festa dello sgozzamento del 14 agosto che poi si concluderà il 18.

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Entro 5 giorni, fa sapere l’islamico, il comune dovrà indicare ai musulmani dove celebrare questa sanguinolenta ricorrenza.

E si moltiplicano, in tutta Italia, richieste identiche da parte dei musulmani.

Perché il prossimo 14 agosto inizia la Festa dello Sgozzamento o del Sacrificio, celebrata dagli islamici di tutto il mondo. Culminerà il 18 agosto con una sanguinosa mattanza.

Per tradizione, durante i giorni dell’Eid al-Adha viene infatti compiuta una mattanza di poveri animali che vengono sgozzati e devono morire per lento dissanguamento. Queste scene truculente avvengono in pubblico e sono propedeutiche allo sgozzamento degli infedeli. E se in Italia non abbiamo, ancora, scene come la foto in alto, al chiuso, lontano da occhi indiscreti, accade.

Una ricorrenza che, in Italia, solleva perplessità non solo tra gli amanti degli animali ma anche tra le istituzioni cittadine: capita che tra le case sorgano macelli improvvisati e avvengano “sgozzamenti fai-da-te”, con evidenti rischi igienici.

In pochi giorni, come gli anni scorsi, saranno milioni gli animali passati sotto le lame dei fedeli osservanti. Lo sgozzamento, infatti, prevede la recisione della giugulare per permettere al sangue di defluire, essendo impuro, e deve essere praticato da un islamico maschio adulto “in stato di purità legale”.

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Ma da alcuni anni, con l’aumento della presenza di cittadini di fede musulmana nelle città europee, sono esplose le preoccupazioni delle istituzioni sotto il profilo igienico-legale e le proteste dei gruppi animalisti per gli “sgozzamenti di condominio”, come li ha definiti la presidente di Enpa, Carla Rocchi.

Un decreto legislativo del 1998 prevede che l’animale prima di essere ucciso debba essere privo di coscienza, in modo da evitargli ulteriori sofferenze. Lo stesso decreto, però, concede, incredibilmente, una deroga alle macellazioni rituali. E’ come se, nonostante l’omicidio sia illegale, si permettessero i sacrifici umani ai seguaci di una qualche religione.

Secondo un’inchiesta condotta dall’organizzazione internazionale Animal Equality, il giro d’affari in Italia della cosiddetta macellazione rituale halal ammontava nel 2015 a circa 5 miliardi di euro.

“Solo in Italia – spiegava l’anno scorso Brambilla – saranno decine di migliaia gli animali che perderanno la vita in questo modo, perché lo stordimento preventivo è vietato dal rito. A noi animalisti tutta questa sofferenza sembra il contrario di una festa. Perciò cambieremo la legge, non appena avremo la forza di farlo, visto che la politica finora non ne è stata capace”.

Ma come per tutto il resto, alla fine, la soluzione è solo una: cacciare i musulmani dalle nostre terre.




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