La minaccia della carovana islamica all’Italia è seria. I clandestini che hanno oltrepassato il confine tra Slovenia e Italia sono stati 1.058 da gennaio a giugno, più altri 600 negli ultimi due mesi. Parliamo di quasi 2mila clandestini, la metà di quanti sono sbarcati via mare. E sono tutti giovani maschi islamici.

E nonostante la loro marcia abbia attraversato decine di Paesi, tra i quali almeno due Paesi membri della Ue, alla nostra polizia di frontiera che effettua le procedure di fotosegnalamento, molti risultano sconosciuti al sistema Eurodac, la grande banca dati Schengen. Perché né Slovenia né Croazia li registrano. Furbetti.

Così una volta giunti a Trieste per molti lo Stato di primo ingresso in Europa risulta l’Italia. Olivo Comelli, segretario regionale del Sap (sindacato autonomo di polizia) del Friuli Venezia Giulia, denuncia: «Succede che la competenza ci spetti anche per coloro che arrivano dalla rotta balcanica dopo aver attraversato sicuramente Grecia, Croazia e Slovenia prima di arrivare qui. Mi sembra davvero difficile che nessuno di questi Paesi si sia accorto del loro passaggio».

Il motivo è questo:

Militare sloveno ammette: “Lasciamo andare i clandestini in Italia”

«Anche se sono positivi Eurodac restano qui, perché sia per una serie di questioni burocratiche che per debolezza del nostro Stato, l’Unità di Dublino – il dipartimento del Viminale che si occupa della ripresa in carico dei migranti da parte di altri Paesi ndr – fatica con le procedure. Così le riammissioni non vengono eseguite».

Su 1.058 clandestini rintracciati da gennaio a giugno a Trieste, appena 91 sono stati riammessi in Slovenia. Tutti gli altri sono rimasti qui. Ma la domanda è: perché non rimandarli in Pakistan?

Nei campi per clandestini in Bosnia ci sarebbero, secondo fonti della polizia slovena, almeno 10 mila persone pronte a partire verso l’Italia. Il continuo flusso di clandestini è, sempre secondo fonti di polizia della vicina repubblica, in aumento.

Serve il muro. Non possiamo fidarci degli sloveni. Altrimenti è inutile lamentarsi se poi accade questo:

Clandestini fanno il bucato in porto Trieste: “Poi andiamo a chiedere asilo”

E accade molto di peggio.