Insabbiano scandalo Bibbiano: legge bavaglio da consigliere PD vicina a ladra di bambini

Vox
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La Mori, che non compare nel registro degli indagati, era molto vicina alla psicologa Federica Anghinolfi a capo della “cupola” di affidi illeciti

LA LEGGE CONTRO LE CRITICHE AL MONDO GENDER, APPROVATA DAL PD POCHI GIORNI FA, ERA STATA PRESENTATA DAL consigliere regionale del Pd, Roberta Mori, che sostenne l’operato di uno dei principali indagati dell’inchiesta, Federica Anghinolfi. Quella che ha rubato una bambina, inventandosi false violenze, per darla poi alla sua ex lesbica che la torturava.

La Mori (quindi il PD) aveva invitato la Anghinolfi addirittura in commissione regionale per illustrare il sistema degli affidi della Val D’Enza come modello per la regione. E, probabilmente, è stata anche ispiratrice di quest’ultima legge. Non ce n’è abbastanza perché Zingaretti Parli Di Bibbiano?

L’obiettivo è piuttosto chiaro: insabbiare lo scandalo (il crimine) Bibbiano. Per farlo, la sinistra ha approvato una legge regionale, proprio in Emilia Romagna, che di fatto vieta le critiche a tutta quella galassia LGBT protagonista dei fatti di Bibbiano:

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Vogliono mettere a tacere lo scandalo Bibbiano.

Ed è curioso che Roberta Mori, presidente PD della cosiddetta Commissione Parità della Regione Emilia Romagna, relatrice della proposta di legge contro l’omotransnegatività, sia anche ideologicamente legata ad una delle indagate.

Mori, che non è indagata, è nota per avere partecipato a convegni e incontri con i protagonisti dello scandalo Bibbiano (Federica Anghinolfi, Fadia Bassmaji, il sindaco Carletti, Nadia Bolognini, Claudio Foti).

In queste occasioni, il sistema Bibbiano, degno erede del sistema Forteto, veniva proposto e incensato come “modello Val’Enza”.

In questi incontri, la relatrice della legge che vuole mettere il bavaglio a chiunque critichi, ad esempio, le adozioni gay messe in pratica proprio dal sistema Bibbiano, spiegava che la Regione si offriva come “partner e sponda rispetto ad un’esperienza che noi riteniamo esemplare per tutta l’Emilia Romagna”:

E’ un tantino strano che lo stesso partito che secondo gli inquirenti ha, attraverso il proprio sindaco, coperto i ‘mostri di Bibbiano’, sia quello che oggi, con la Mori come relatrice, stia tentando di imporre una legge regionale incostituzionale che impedisca critiche a comportamenti messi in pratica proprio dai mostri di Bibbiano. Come, ad esempio, le adozioni e gli affidi gay.

Se per i genitori ‘derubati’ dei propri figli è stato impossibile avere giustizia e parlare contro i mostri di Bibbiano prima, non sarà certo più semplice farlo dopo l’adozione di questa legge bavaglio.

Qui c’è qualcuno che ha fatto qualcosa. E altri che stanno lavorando freneticamente per insabbiare tutto.

Il Pd ha dichiarato guerra ai bambini. Una guerra ideologica contro la famiglia. Ma l’evidente embargo informativo sui media di distrazione di massa non funziona più: c’è internet, ci sono i social. E’ il motivo per cui vogliono censurare il web con la scusa delle ‘fake news’.

E così la gente si ribella. “Parlateci Di Bibbiano” è la scritta sta comparendo su tutti i muri d’Italia. Una rivolta dal basso contro l’assordante silenzio imposto ai e dai media di distrazione di massa sullo scandalo dei bambini rubati con l’avallo (secondo gli inquirenti) del Pd locale e poi affidati a coppie omosessuali e affaristi. Un osceno intreccio di interessi economici e sessuali che si inscrive, perfettamente, nell’alveo della politica gender in voga nel Pd.

“Parlateci Di Bibbiano”. Del Pd Carletti, sindaco della città che, secondo gli inquirenti, ha dato copertura politica a questo traffico di bambini.

Perché, sia chiaro, Bibbiano non è l’iceberg, è solo la punta di qualcosa di molto più profondo. Sono decenni che il sistema di potere legato alla sinistra ruba i bambini alle famiglie per darli ai gay e ‘rieducarli’ all’ideologia gender: ricordati del Forteto!

In Toscana ed Emilia Romagna, ma non solo, una rete criminale che legava e lega settori di magistratura, politica e burocrazia ha schiavizzato centinaia di bambini. Togliendoli alle famiglie e deportandoli in cosiddette ‘case famiglia’ dove venivano rieducati ad odiare la normalità. Così è accaduto al Forteto. Così è accaduto a Bibbiano. Così sta accadendo da altre parti.

Per questo è urgente scoperchiare lo scandalo. Perché mentre tu leggi questo, da qualche parte d’Italia i ‘mostri di Bibbiano’ sono ancora all’opera. E hanno la copertura della politica. Di una Parte Della politica.

Del resto, la Cirinnà aveva pubblicamente spiegato il programma da portare avanti:

Questo programma tempo fa applicato al Forteto, dove la famiglia veniva destrutturata attraverso meccanismi di rieducazione dei bambini sottratti ai genitori dal tribunale dei minori di Firenze. Lo stesso programma svelato in questi giorni a Bibbiano:

Questo è accaduto a Bibbiano. Dove gli assistenti sociali, un branco di pervertiti come questa:

I mostri di Bibbiano, bimbi affidati a coppie gay: torturati

Prendevano bambini da famiglie normali per fare soldi. Ma l’obiettivo, quello vero, era prendersi i bambini. C’è molto di più del business dietro i mostri di Bibbiano.

Toglie i bambini ai genitori, accusandoli di ‘omofobia’, e li dà ai gay:

“Mi dissero che io ero omofobo. E che dovevo cominciare ad abituarmi alle relazioni di genere”, dice il padre di un bambino che la lobby gli ha tolto per prenderselo.

L’obiettivo è prendersi i vostri figli. La legge Cirinnà puntava a questo attraverso le adozioni.

Immaginate cosa potrebbero fare se avessero una copertura legale a quello che hanno fatto a Bibbiano. I mostri sono tra noi. E sono seduti in Parlamento. E sono tutti da una parte.

Bibbiano non è stato un incidente. Bibbiano è parte di un piano volto a distruggere la famiglia italiana. L’immigrazione è l’altra arma. Insieme servono a destrutturare la società. Per dominarci meglio.

E’ una guerra. Le guerre si combattono.

Ne parla anche il Giornale:

Le indagini sugli scandali a Bibbiano proseguono. I punti si uniscono, dando vita a un tremendo intreccio che ha acceso i riflettori sull’assurdo meccanismo degli affidi in Italia.

Dettagli che confermerebbero e coinvolgerebbero anche alcuni membri del Partito democratico di Bibbiano. Una presenza costante, si spera disattenta, in tutti gli eventi che hanno coinvolto il sistema degli affidi. Eventi nei quali, spesso, spunta un nome: Roberta Mori. Si tratta della presidente dem della Commissione Parità della Regione Emilia Romagna. È a lei che Federica l’Anghinolfi e il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti (entrambi indagati e ora ai domiciliari), nel 2015, presentarono il Modello Val d’Enza. Modello che, al tempo, la Mori sponsorizzava con fierezza

Il sindaco PD e la prima responsabile degli affidi illeciti non erano i soli ad essere collegati a Roberta Mori. La consigliera pare conoscesse bene anche un’altro degli indagati: Fadia Bassmaji, finita ai domiciliari assieme alla compagna. Entrambe erano amiche della Anghinolfi, vicine alla dem Mori, accusate di maltrattamenti verso la bambina che avevano preso in affido. La prova del rapporto di “amicizia” sta in tutti quei commenti pubblicati sulla pagina Facebook delle due compagne. Roberta Mori era solita seguire le due donne che, spesso, pubblicavano post con bandiere lgbt e cuori arcobaleno. Un modo per rimanere aggiornata. È lei la prima relatrice della proposta di legge regionale contro l’omotransnegatività. È lei una delle prime candidate, alle scorse elezioni europee, pro-LGBT, suggerita perfino dal sito Votoarcobaleno dell’Arcigay come candidato gayfriendly. Un candidato da sostenere e portare avanti.

Ma non è tutto. Nel maggio 2016, la Mori partecipa, come relatrice, al convegno “Quando la notte abita il giorno: l’ascolto del minore vittima di abuso sessuale e maltrattamento. Sospetto, rivelazione, assistenza, giustizia.” Evento nel quale, circa la metà dei nomi che ritroviamo tra i relatori, sono gli stessi finiti nel registro degli indagati per l’inchiesta “Angeli e Demoni”. A parlare di maltrattamenti sui minori all’incontro c’erano, ancora una volta, Federica Anghinolfi e il sindaco democratico Andrea Carletti. Ma anche il luminare Claudio Foti, assieme al collega Monopoli e molti altri. Proprio il quell’occasione la Mori affermava, con soddisfazione, che per lei quello era più di un semplice incontro: “Un esempio concreto di quello che è praticare la prevenzione e il contrasto alla violenza“. E non mancava di citare l’audizione del 2015, sostenendo di voler essere, come regione, “partner e sponda rispetto ad un’esperienza che noi riteniamo esemplare per tutta l’Emilia Romagna“.

La consigliera dem elogiava il sistema della Val d’Enza. Lo stesso sistema finito nel mirino della procura di Reggio Emilia. Non sappiamo se la Mori fosse a conoscenza del perverso meccanismo che muoveva le fila degli affidi, ma un fatto è certo: la Mori conosceva bene tutti coloro che, quel meccanismo, lo mettevano in atto. Ai danni dei più piccoli e delle loro famiglie.
Tanto che a settembre del 2016, sempre la dem Mori partecipa, in compagnia di due sindaci del Pd (ora indagati), all’inaugurazione del centro “La Cura”. Stesso centro nel quale si svolgevano gli incontri tra le piccole vittime e gli psicologi della Hansel&Gretel. Tra i presenti all’inaugurazione anche Federica Anghinolfi. E sul proprio sito web la Mori metteva in evidenza l’evento, descrivendo “La Cura” come uno “spazio integrato a servizio di bambini e bambine vittime di abusi” nati dall’esperienza “agita su casi concreti e dai molteplici bisogni che ne sono scaturiti;” e, sottolinea, “bisogni che sono stati oggetto di una specifica audizione in Commissione assembleare Parità e Diritti delle Persone.” Un luogo dove i bambini avrebbero dovuto trovare pace.

Insomma, la dem Roberta Mori, era sempre presente agli incontri organizzati dal giro della Val d’Enza. Sia che riguardassero famiglie e minori, sia che si parlasse di temi arcobaleno.
Una presenza distratta, quella della consigliera, che ha per anni osservato da vicino il sistema degli affidi illeciti portato avanti dai servizi sociali della Val d’Enza, senza mai accorgersi di cosa stava succedendo, senza vedere cosa stessero facendo a quelle piccole vittime cadute nella rete degli orrori. Sebbene la Mori non risulti coinvolta nel giro d’affari di Bibbiano, è indubbio che fu lei a sostenere e appoggiare l’operato di una dei principali indagati dell’inchiesta “Angeli e Demoni”.

E c’è chi non ci sta. A fine luglio la legge sulla omotransenagtività tornerà in aula e il capogruppo di Forza Italia, Andrea Galli, chiede alla presidente Pd Mori di lasciare l’incarico di relatrice. “Per la Mori, quello di Bibbiano, era addirittura un modello da esportare e in Commissione annunciò anche l’intenzione di promuovere in Val D’Enza ‘un incontro pubblico della commissione, per ascoltare il territorio e condividere azioni di sistema’ – spiega Galli -nel 2016 ribadì anche il concetto affermando proprio in un convegno a Bibbiano che quella esperienza era esemplare per tutta la Regione e si spinse ripetutamente a ringraziare pubblicamente la Anghinolfi per la sua dedizione. Ancora fu proprio la Mori a proporre di creare sul territorio un Centro specialistico sul trattamento dei minori vittime di violenza insieme all’Ausl di Reggio Emilia”. Continua Galli. “Oggi la Mori per opportunità politica e correttezza dovrebbe fare un passo indietro, non può essere lei a presentare come relatrice il disegno di legge sulla omotransegatività sostenuto dal mondo Lgbt al quale la Anghinolfi faceva apertamente riferimento. Si astenga, almeno per prudenza, almeno per poter attendere dalla giustizia una verità sugli orribili fatti che stanno emergendo a Bibbiano”. Presterà ascolto al consiglio del collega?

La consigliera regionale Pd Roberta Mori, presidente della commissione Parità, dove a fine luglio relazionerà sulla legge contro l’omotransnegatività, «dovrebbe fare un passo indietro e dimettersi dall’incarico». Lo chiede Andrea Galli, capogruppo Forza Italia in Regione, alla luce dellinchiesta sui servizi sociali della Val D’Enza. Fu Mori «a sostenere e appoggiare l’operato di una dei principali indagati dell’inchiesta, Federica Anghinolfi, invitandola in commissione regionale e a prendere il sistema degli affidi della Val D’Enza a modello per la regione – sottolinea Galli– per Mori quello di Bibbiano era un modello da esportare e in commissione annunciò l’intenzione di promuovere in Val D’Enza un incontro pubblico della commissione, per ascoltare il territorio e condividere azioni di sistema».




3 pensieri su “Insabbiano scandalo Bibbiano: legge bavaglio da consigliere PD vicina a ladra di bambini”

  1. dovete battere il ferro finchè è caldo e se si raffreda buttate benzina sul fuoco ,cose del genere bisogna introdurre pena di morte

  2. Condividete tutti e diamo voce e visibilità a questi orrori e alle inchieste.
    Per non dimenticare mai.

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