L’ultima dei giudici: tunisino spaccia perché depresso, risarcito

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Spacciava perché depresso, per questo, il Tribunale di La Spezia ha riconosciuto a un 37enne tunisino, spacciatore, un risarcimento di 52mila euro.

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“Pur se inquadrato come autista – sostengono i giudici – godeva in azienda di una posizione di rilievo, essendo autista del presidente e almeno per un certo periodo persona di sua fiducia”.

Una volta declassato, il tunisino sarebbe caduto in una sorta di depressione che lo avrebbe indotto a spacciare: “Il fattore scatenante del disturbo – dicono i magistrati – non è stato il super lavoro in sé, ma la “ingiustizia” che l’interessato ha percepito vedendo frustrato il proprio sforzo di soddisfare in elevata misura il datore di lavoro”.

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In un Paese dove dei giudici scrivono questo, ci sta che altri scarcerino Carola.

Il tunisino lavorava da cinque anni in un’azienda ligure era stato ‘retrocesso’ da ‘uomo di fiducia’ a semplice guardiano.

A quel punto il tunisino avrebbe iniziato a far uso di droghe, per poi iniziare a spacciare cocaina. Nel 2014 è stato arrestato per questo reato a Sesto San Giovanni e condannato. L’ex guardiano ha però presentato un ricorso al Tribunale del lavoro perché si considerava vittima dell’azienda. Oggi è arrivata la sentenza dei giudici, che hanno disposto il risarcimento per lo spacciatore depresso.




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