Il rapporto costi-benefici dell’immigrazione in Italia e’ totalmente squilibrato sui costi.
Gli immigrati in Italia sono, ad oggi, oltre 5 milioni. Escluso il milione di irregolari, che non avendo il permesso di soggiorno, in quanto clandestini, non pagano i contributi.
Non che i regolari li paghino:
La maggior parte degli immigrati non lavora. E’ la componente formata dai familiari a carico.
Quindi per ragioni di eta’, o perche’ troppo giovani, o perche’ troppo anziani, che non lavorano, pesando pero’ sul nostro welfare. E’ l’errore di permettere gli ingressi per ricongiungimento familiare. In Francia, questa politica, ha completamente mutato il panorama etnico del Paese. Stiamo facendo lo stesso errore.
E poi, ovviamente, ci sono disoccupati o gente che risulta disoccupata e che lavora in nero. Di conseguenza, andando a vedere nel dettaglio, solo una parte minoritaria degli immigrati ha un posto di lavoro regolare e contribuisce veramente alla ricchezza del Paese.
Ta gli immigrati il tasso di occupazione è pari a 57,8%: significa che il 42,2% vive alle nostre spalle. Un dato incredibilmente alto per chi dovrebbe essere qui a ‘pagarci le pensioni’.
Come non ce la pagheranno gli oltre 100mila che, ancora, vivono in centri di accoglienza a spese nostre. Erano 200mila al tempo del PD.
Uno dei punti da riformare è quello dei ricongiungimenti: importiamo fancazzisti che vanno a creare un esercito di disadattati per future banlieus. Se proprio abbiamo bisogno di immigrati che lavorano – pochissimi – allora facciamo entrare solo quelli, non le nonne e i nipoti: perché altrimenti è immigrazione di ripopolamento. Di sostituzione etnica.
Naturale, gli africani sono una palla al piede per qualsiasi paese che li ospita, perché non hanno cultura del lavoro e pensano unicamente a voler sco**re con le donne bianche.